Milano – Arriva la Polizia cinese ad affiancare le forze dell’ordine nazionali. Con un accordo diplomatico firmato dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano fino al 13 maggio è stata concordata e disposta la presenza di quattro poliziotti cinesi i quali saranno di pattuglia insieme a poliziotti e carabinieri italiani a Roma e Milano. Gli operatori di polizia cinesi presteranno servizio con le loro uniformi per essere ben riconoscibili dai connazionali. L’iniziativa è stata presentata al Viminale direttamente dal ministro stesso unitamente al capo della Polizia dott. Alessandro Pansa, all’ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu ed al direttore generale della cooperazione internazionale del Dipartimento della pubblica sicurezza cinese, Liao Jinrong.
“L’accordo – ha spiegato Alfano – rafforza il legame tra i due Paesi ed è il primo del genere che la Cina stipula con un Paese europeo. L’obiettivo di questo progetto è quello di aumentare il senso di sicurezza dei turisti cinesi che arrivano qui. In futuro si potrà allargare il pattugliamento anche ad altre città”. Da parte sua, Liao Jinrong ha sottolineato che “ci sono tre milioni di cinesi che ogni anno vengono in Italia in vacanza e l’iniziativa di oggi è un punto di partenza, non di arrivo, per stimolare ancora di più la collaborazione tra i due Paesi”. Per il principio di mutua reciprocità, operatori delle forze di polizia italiane andranno a Pechino e a Shangai per svolgere la stessa attività dei loro colleghi a sostegno dei turisti italiani in Cina.
“Si tratta di un progetto sperimentale – ha sottolineato Alfano – non solo non ci sono precedenti in Italia ma è il primo esempio in Europa. Oggi dimostriamo, come avevamo già fatto con altri Paesi europei, che in Italia si può cooperare con divise di un altro Paese. E siamo sicuri che la stessa cosa avverrà anche a parti inverse”. Il periodo prescelto per le due settimane della durata della cooperazione è quello in cui, negli ultimi quattro anni, si è registrato il maggior afflusso di turisti stranieri. Per Pansa “si tratta di strumenti di cooperazione impensabili fino a qualche tempo fa persino tra Paesi europei. È un investimento strategico che apre a forme di collaborazione ancora più importanti sullo scambio di informazioni, sulla capacità di mettere insieme le risorse per fronteggiare i fenomeni criminali e terroristici che affliggono i nostri Paesi”