La seconda parte della missione russo-europea Exomars, che sarebbe dovuta partire verso Marte nel 2018, è stata ufficialmente posticipata alla successiva finestra di lancio, prevista per luglio 2020. Lo rende noto l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con un comunicato.
La decisione di rinviare la missione di due anni è stata presa dal numero uno dell’ESA Jan Woernerinsieme con il Direttore Generale della controparte russa Roscosmos, Igor Komarov. I due, in particolare, hanno tenuto conto delle conclusioni del report del Tiger Team, una squadra di esperti russi ed europei che ha analizzato tutte le possibili soluzioni per recuperare i ritardi accumulati nella pianificazione della missione.
In particolare, il report ha concluso che «tenuto conto dei ritardi nelle attività e nelle consegne deipayloads scientifici europei e russi, un lancio nel 2020 sarebbe la soluzione migliore».
La prima parte della missione, composta dal Trace Gas Orbiter (TGO) e dal lander Schiaparelli è decollata da Baikonur a bordo di razzo Proton-M il 14 marzo scorso. Le due sonde arriveranno su Marte per il prossimo ottobre. La seconda missione, invece, prevede l’invio su Marte di un rover che avrà il compito di scavare fino a due metri di profondità alla ricerca di eventuali traccie di vita, presente o passata.
Entrambe le missioni vedono l’Italia come nazione guida della cordata europea. Il nostro Paese, in particolare, ha fornito il 32% del finanziamento di ExoMars, costata in totale 1,3 miliardi di euro. Nella prima missione, l’Italia ha fornito (tramite Leonardo-Finmeccanica) il modulo Schiaparelli, mentre per la seconda, sempre tramite il gruppo guidato da Mauro Moretti, l’Italia svilupperà il trapano necessario a scavare nel suolo marziano.
L’ipotesi di un rinvio della seconda parte della missione era stata paventata da Worner già da gennaio ed era stata ribadita anche nei mesi successivi. In particolare, per permettere la partenza di ExoMars ntro due anni, è stato stimato che servirebbero circa 200 milioni, necessari per accelerare sullo sviluppo dei payloads da installare a bordo del rover.
In occasione del lancio del TGO e Schiaparelli, in ogni caso, il numero uno dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) Roberto Battiston aveva spiegato a FON che l’eventuale ritardo di Exomars 2018 è «un problema di risorse» ma che l’ASI sta «agendo attivamente per evitare qualsiasi rinvio». Inoltre, aveva aggiunto Battiston, «se la missione scivolasse nel 2020 costerebbe molto di più. Dobbiamo però capire quali sono le risorse a disposizione e per farlo serve una grande organizzazione, ma l’ESA è lì per quello». (Alessandro Iacopini)