Signorina, veniamo noi con questa mia addirvi una parola che…
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
A 49 anni dalla scomparsa di Antonio De Curtis, in arte Totò, il film da lui interpretato in coppia con Peppino De Filippo, “Totò, Peppino e la…malafemmina” del 1956 , diretto dal regista Camillo Mastrocinque, nelle vesti dei fratelli Caponi, è considerato un vero capolavoro italiano nonostante duri solo un’ora e quarantacinque minuti. Un film, a basso costo, che riprendeva il fenomeno Totò in fase calante nella comicità ormai perduta.
Antonio Caponi, ovvero Totò, nel film rispolvera la vera maturità che deve avere un bravo attore, completo in tutto, anche quando improvvisa le tante scene che sovrastano di netto la pellicola, dalla forza anarchica ed esplosiva, come la storica trasferta a Milano e la celebre dettatura della lettera, un vero attacco senza vergogna alla lingua italiana. Scena che in seguito sarà ripresa nel film “Non ci resta che piangere” di Benigni e Troisi.
La realizzazione del film fu quasi un collasso finanziario. Totò non lavorava di primo mattino e si faceva vedere poco sul set, mentre Peppino aveva già le valigie pronte per una tournée teatrale in Sudamerica. Il progetto rischiava di non essere concretizzato e rimanere dentro un cassetto. Fu così che venne l’idea di rimettere mani sulla sceneggiatura e aggiungere altri personaggi che potessero dare vita alla all’impresa cinematografica. Nel film, in maniera veloce, furono scritturati Dorian Gray, Teddy Reno e Nino Manfredi, che non avranno un ruolo marginale, perché la loro interpretazione darà la giusta spinta a quel successo cinematografico senza fine.
“Malafemmena” , canzone dai termini drammatici per un amore contrastato, fu scritta e musicata dal grande Totò, e cantata con maestria da Teddy Reno a Marisa Florian, sua fidanzata , sul set, dall’amore sofferto.
Erano gli anni cinquanta, e dei film cinepanettoni, come tutti noi siamo stati abituati nei giorni nostri, le case di produzioni li snobbavano quasi fossero peste da evitare, perché troppo popolari, poco seri e per nulla determinati. La comicità doveva rimanere solo per poche persone.
Il film ebbe un successo di pubblico quasi inaspettato, incassando una cifra che si aggira a 1.751.000.000, all’incirca 23 milioni di euro attuali.