Editoriale – I dati delle 19 erano l’anticamera di un flop annunciato. Tutti al mare anche se tira vento forte. Per questa domenica referendaria, sono state anche predisposte condizioni climatiche ideali per mandare gli italiani al mare. Cosicchè tutto è compiuto. Tanti soldi in fumo per le spese elettorali, e le trivelle potranno estrarre prodotti dal sottosuolo in modalità perpetua. Tanto si voleva, e tanto si è raggiunto. La tematica è sicuramente complessa che a stento è stata capita dagli addetti ai lavori, che si sono dovuti sforzare meno ad eseguire ordini di scuderia che a leggere le carte ed approfondire la materia. Le prime proiezioni , dopo la chiusura delle urne avvenuta alle 23.00 non lasciano certo alcun dubbio. La sfida del quorum si attesta a poco piu’ del 30%, e Renzi subito ha parlato in diretta da Palazzo Chigi: “ho scelto di non votare per questo era lo strumento piu’ semplice offerto dalla costituzione per non mettere in crisi questo settore”. Ha poi lanciato chiare accuse a quelle regioni che a suo dire avrebbero ostacolato il percorso del non voto difendendo il mare, quando le stesse non utilizzano nemmeno i fondi europei per poter ripulire le acque marine. E fondamentale che il dibattito sull’ambiente non sia da talk show, non serve discutere di turismo balneare se non siamo in grado di dare strutture adeguate, è stato inutile buttare via 300 milioni di euro, con i quali avremmo potuto acquistare carrozze per i pendolari i quali hanno diritto ad una maggiore attenzione da parte delle regioni. A coloro i quali hanno votato si o no dico, che saremo in prima linea per fare dell’Italia un paese che non spreca energie, basta con le polemiche, l’Italia torni a fare l’Italia, e non si può permettere l’odio, e dobbiamo vedere nella tecnologia il principale asse per far crescere il settore energetico.”