#supersheroes: storie di maltrattamenti e riscatto
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
“Donne sull’orlo di una crisi di nervi”. Parafrasando un vecchio film scritto e diretto da Pedro Almodóvar Caballero del 1988, per cinque donne nelle vesti di supereroine in fuga con i propri figli dai mariti violenti. Edita, Viktorija, Elena, Kristina, Zita, cinque protagoniste del fotoprogetto realizzato dall’organizzazione lituana Moterys Kalba, esempio per le tante donne vittime di abusi domestici e violenze. Una iniziativa che invita a intraprendere una nuova vita da supereroine, e non solo virtuale, nel rispetto dei propri diritti.
“Il partner all’inizio di presenta come un vero e proprio principe azzurro, premuroso e affettuoso”.
Il circolo della violenza. Come dopo ogni episodio, cronaca di tutti i giorni, i mariti violenti si scusano e ritornano romantici fino al successivo scoppio di ira, creando un clima di isolamento e di ansia.
Per l’uomo violento, aggressivo, la propria donna deve aver un atteggiamento passivo ed evitare possibili fonti di litigi. Spesso la crisi inizia dopo la nascita del primo figlio, per una forma di gelosia, ma anche molti anni di distanza dal matrimonio, annullando l’autostima.
I casi di violenza sulle donne, da parte dei propri mariti, compagni o fidanzati, sono all’ordine del giorno, ed è per questo motivo che il 25 novembre ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall‘Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Anniversario per ricordare un brutale assassinio, ai tempi del dittatore Trujillo, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana. In quella occasione, tre sorelle ritenute rivoluzionarie, furono torturate, massacrate e strangolate. I loro corpi furono buttati in un burrone per simulare un suicidio.
L’iniziativa delle supereroine non deve essere solo un caso isolato, perché il coraggio di fuggire dall’uomo violento è un diritto per tutte le donne.