Bologna – La regione Emilia-Romagna ha deciso l’uscita da 8 società partecipate, di cui verranno dismesse le quote, e la riduzione da 7 a 4 delle società in house, con la fusione fra Ervet e Aster e quella fra Lepida e Cup 2000 volte a far nascere due poli specializzati: il primo su valorizzazione dei territori, ricerca e ambiente; il secondo sullo sviluppo dell’Ict regionale. E’ quanto prevede il piano di riordino delle società in house e delle partecipazioni societarie che sarà approvato dalla Giunta regionale nella prossima seduta e che con il dimezzamento complessivo delle partecipate (da 24 a 13 fra società in house e partecipazioni, oggi 17) porterà a risparmi per 9 milioni di euro e a un’entrata fino a 11 milioni dalla vendita delle quote oggi in capo alla Regione.
Addio ai concorsi per assorbire i centralinisti nelle Aziende sanitarie: il servizio di prenotazione di visite ed esami, oggi in capo a Cup 2000, passerà a un consorzio ad hoc creato dalle stesse Ausl. E’ la diretta conseguenza della decisione della Regione di fondere Cup 2000 con Lepida, uno dei pilastri del piano di riordino delle societa’ partecipate di viale Aldo Moro presentato oggi dalla Giunta Bonaccini.
Un netto cambio di direzione, dunque, rispetto a quanto inizialmente previsto dal piano di riorganizzazione di Cup 2000 approvato dall’assemblea dei soci due anni fa, in cui si prevedeva appunto il passaggio alle Aziende sanitarie delle attività e degli operatori dedicati alle prenotazioni (sportellisti, centralinisti e back office).
Nella nuova società dedicata all’Ict, dunque, non saranno assorbiti i servizi di prenotazione delle prestazioni sanitarie. E’ invece allo studio la creazione, tramite la trasformazione di fatto del ramo d’azienda di Cup 2000, di una società consortile composta dalle Aziende che ad oggi ricevono questi servizi, con l’obiettivo di dare continuità alle attività e garantire i livelli occupazionali.
Tagliato il nastro della nuova area mercatale, e con Fico (fabbrica italiana contadino) slittato al 2017, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di uscire dal Caab. La dismissione delle quote del Centro agroalimentare di Bologna fa parte infatti del piano di riordino delle società partecipate presentato oggi dalla Giunta Bonaccini, delibera che dovrebbe essere approvata il prossimo 11 aprile. Insieme al Caab, di cui viale Aldo Moro detiene poco piu’ del 6%, la Regione ha deciso di dire addio anche agli altri due centri agroalimentari di Parma e Rimini (in entrambi possiede l’11%).
“Non si potevano fare distinzioni territoriali- spiega in conferenza stampa il sottosegretario Andrea Rossi- rispetto alla mission della Regione, abbiamo ritenuto di non mantenere le partecipazioni nei centri agroalimentari”. Pur ribadendo la loro “forte dimensione pubblica”, aggiunge il sottosegretario, la Giunta Bonaccini ha valutato quella della Regione una “presenza non strategica” nel Caab e negli altri centri agroalimentari di Parma e Rimini.
“La nostra è una scelta strategica chiara”, afferma il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Andrea Rossi, nel corso della conferenza stampa di presentazione del piano, insieme agli assessori regionali Emma Petitti (Riordino istituzionale), Palma Costi (Attività produttive), Patrizio Bianchi (Lavoro) e Sergio Venturi (Sanità). “Dall’attuale sistema delle partecipate- prosegue- dovranno nascere due società, una attiva sulle tecnologie dell’informazione e il digitale e l’altra sull’attrattività dei nostri territori. Inoltre, andiamo verso una razionalizzazione e semplificazione molto forti attraverso un piano di dismissioni che porterà all’uscita della Regione da otto società, di cui metteremo in vendita le quote. Non vi erano obblighi a ridurre, dismettere o accorpare, non avendo le attuali società bilanci in rosso o essendoci palesi inutilità. Viceversa- chiude Rossi- fatte le necessarie analisi e verifiche, abbiamo deciso di riorganizzare il sistema regionale delle società partecipate per renderlo ancor più efficace e competitivo”.
“Si apre ora un percorso di confronto e condivisione con gli altri soci, gli organi sociali e le organizzazioni sindacali- spiega l’assessore Emma Petitti- un percorso che passerà per decisioni tecniche legate alle fusioni e alla cessione delle quote e per modifiche normative, penso soprattutto all’intervento sulle leggi regionali costitutive delle attuali società. Il tutto per arrivare entro la fine del 2016 al programma operativo per l’attuazione del piano di riordino. In questo primo anno di legislatura abbiamo valutato la situazione di 24 fra società in house e partecipate- sottolinea Petitti- verificando l’esistenza di eccellenze e alte professionalità: la riorganizzazione che presentiamo oggi, che non metterà a rischio un solo posto di lavoro, vuole rafforzare l’efficacia di un sistema che deve essere messo nelle condizioni di contribuire ancor di più a elevare il tasso di innovazione dell’Emilia-Romagna e della Regione. Rappresenta dunque- chiude l’assessore- un altro importante tassello, che va ad aggiungersi al lavoro svolto sul riordino istituzionale, le agenzie, la riorganizzazione dell’ente Regione e che punta a semplificare, efficientare e rendere più competitivi il nostro sistema istituzionale”.
“Abbiamo sistema fieristico pari a Milano”, aggiunge l’assessore Palma Costi. “Il sistema di aggregazione ci aiuterà a competere sul livello europeo e internazionale. È una sfida che andrà a supporto della vocazione all’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo, che stiamo sostenendo con politiche specifiche. In questo progetto strategico di riordino la partecipazione della Regione Emilia-Romagna a Piacenza Expo verrà ridisegnata nel quadro del nuovo assetto societario per il quale ci stiamo confrontando con i soci”.
Per tutte le società, in parallelo ai processi di fusione e dismissione, saranno unificate le funzioni trasversali e cioè amministrazione, gestione del personale, controllo di gestione, servizi rendicontali, legali, comunicazione e relazioni esterne. Quanto ai risparmi calcolati, 5 milioni di euro sono legati alla riduzione dei costi di gestione e 4 milioni arriveranno dalla riduzione della dipendenza dai finanziamenti regionali. A essi si aggiungono gli 11 milioni di valore delle quote che verranno dismesse.
Le società in house
Viene dunque decisa la fusione in nuovi soggetti societari di Lepida e Cup 2000 da un lato, e diAster e Ervet, dall’altro. Per Fer (Ferrovie Emilia-Romagna) e Apt sarà attuato un percorso di riordino specifico, mentre sarà dismessa la quota della Regione in Finanziaria Bologna metropolitana (Fbm).
Per quanto riguarda la fusione tra Lepida e Cup 2000 e tra Ervet e Aster, l’obiettivo è aggregare le società che, per oggetto sociale e attività, presentano le maggiori attinenze, garantendo i servizi e superando le sovrapposizioni riguardanti la progettazione e sviluppo di piattaforme e servizi Ict (Lepida-Cup2000) e l’analisi economica, progettazione o gestione dei fondi Ue (Ervet-Aster).
In particolare, la nuova società che nascerà dalla fusione di Lepida e Cup 2000 darà vita ad un polo unico dell’Ict (Information and communications technology) regionale, con una linea di alta specializzazione nello sviluppo tecnologico e l’innovazione in sanità. E’ escluso l’assorbimento in essa del settore strategico dei servizi di prenotazione delle prestazioni sanitarie:è infatti allo studio la trasformazione di Cup 2000 in una società consortile composta dalle aziende sanitarie che attualmente ricevono i servizi, con l’obiettivo di dare continuità alle attività per le aziende e i cittadini e di garantire i livelli occupazionali.
Visto il criterio di “stretta necessità al perseguimento delle finalità istituzionali della Regione”, per Fer e Apt si manterranno invece gli assetti societari attuali: in entrambe proseguirà però la riorganizzazione interna già avviata e il processo di unificazione delle funzioni trasversali (personale, approvvigionamenti e contratti pubblici, prevenzione della corruzione e trasparenza).
Le partecipazioni societarie
Saranno dismesse le quote della Regione in 8 società:
1) Cal – Centro agro-alimentare e logistica di Parma srl cons.
2) Centro agro-alimentare di Bologna scpa
3) Centro agro-alimentare riminese spa
4) Piacenza Expo spa
5) Terme di Castrocaro spa
6) Terme di Salsomaggiore e di Tabiano spa
7) Infrastrutture fluviali srl (per la quale è già stata deliberata la cessione delle quote)
8) Società attracchi parmensi srl (già liquidata)
Saranno mantenute le partecipazioni in 9 società:
1) Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna spa
2) Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori – Irst srl
3) Bolognafiere spa
4) Fiere di Parma spa
5) Rimini Fiera spa
6) Tper spa
7) Porto Intermodale Ravenna spa (Sapir)
8) Banca Popolare Etica scpa
9) Reggio Children srl
Per quanto riguarda le Fiere, viene ribadito l’obiettivo di creare una unica società che rappresenti e valorizzi il sistema imprenditoriale dell’Emilia-Romagna.
1) Cal – Centro agro-alimentare e logistica di Parma srl cons.
2) Centro agro-alimentare di Bologna scpa
3) Centro agro-alimentare riminese spa
4) Piacenza Expo spa
5) Terme di Castrocaro spa
6) Terme di Salsomaggiore e di Tabiano spa
7) Infrastrutture fluviali srl (per la quale è già stata deliberata la cessione delle quote)
8) Società attracchi parmensi srl (già liquidata)
Saranno mantenute le partecipazioni in 9 società:
1) Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna spa
2) Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori – Irst srl
3) Bolognafiere spa
4) Fiere di Parma spa
5) Rimini Fiera spa
6) Tper spa
7) Porto Intermodale Ravenna spa (Sapir)
8) Banca Popolare Etica scpa
9) Reggio Children srl
Per quanto riguarda le Fiere, viene ribadito l’obiettivo di creare una unica società che rappresenti e valorizzi il sistema imprenditoriale dell’Emilia-Romagna.