Roma – Ormai gli scandali vengono fatti passare per quella eccezione che conferma la regola. Questo accade su tutti i fronti. E le risposte sono sempre le stesse. Ai fatti accertati seguono i nonsapevo che rendono ancorpiu’ offensivo lo scandalo. Il nonsapevo e se c’ero dormivo non è altro che la prosecuzione della medesima sfrontatezza e delirium omnipotentiae con cui si affronta ogni fase. Il governo all’ennesimo scandalo che riguarda il Ministro dello Sviluppo Economico… uno degli elementi cardine per la ripresa, fa spallucce. Non andremo a casa dice il premier. Quasi a sfidare gli stessi governati. In altre epoche ed in altre nazioni, vi sarebbero reazioni di ben altra natura. In Italia ci si lamenta, ma non si agisce. E’ il torpore della politica, quella in cui il mix tra vecchia Repubblica e finta innovazione riescono a mescolare le carte. Si staranno rivoltando nella tomba i piu’ arguti statisti della ex Dc e vecchio pentapartito, che se non altro pensavano anche a far star bene il popolo. Ora si barcolla ma non si molla. Il premier sfida la politica, attacca i pentastellati e dice “non ci manderanno a casa. Siamo in un momento di attacco politico e quindi in questi giorni dobbiamo avere un doppio registro: da un lato dobbiamo continuare a parlare di ciò che serve ma contemporaneamente a chi ci attacca dobbiamo essere pronti a replicare passo passo, punto punto. Chi ruba va a casa anzi in carcere, perché chi ruba non sta rubando solo qualcosa ma il futuro, che è la cosa peggiore” continua, “ma chi ruba lo decide una sentenze – attacca – non i tribunali sulla piazza”. Il 12-13-14 aprile la Camera “approverà in sesta lettura la riforma costituzionale e se a ottobre si terrà un referendum costituzionale la santa alleanza di tutti quelli contro di noi e contro il cambiamento, sarà semplicemente spazzata via. Ci stanno attaccando cercando di far credere che siamo tutti uguali perché sanno che è l’ultima occasione che hanno”.