Napoli – Il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, annuncia infatti un Piano ospedaliero entro un mese e degli interventi a favore dei disabili. De Luca spiega che sii sta lavorando a un piano ospedaliero “che non prevede alcuna chiusura”. Entro un mese le strutture attuali “vanno riorganizzate per evitare duplicazioni”.
Tra le principali novità di questa riorganizzazione di porre in linea prioritaria la stipula dei contratti con le strutture private, e l’intervento sul tema delle disabilità. “E’ un lavoro immane”, sottolinea De Luca, in una situazione “a livello da quarto mondo” dopo anni in cui si sono moltiplicati “a dismisura i primariati”. Si arriverà quindi alla “eliminazione definitiva di porcherie clientelari e il latrocinio sulla pelle della gente”.
Ci saranno inoltre controlli sulle strutture private e pubbliche. “Realizzeremo un nucleo ispettivo che controllerà in maniera rigorosa e corretta tutta la qualità delle prestazioni, gli sprechi e poi trasmetteremo questi dati a Roma”.
“Siamo nel pieno delle quattro grandi sfide storiche – afferma ancora De Luca – per fare una rivoluzione produttiva e di civiltà che deve riguardare la sanità, il trasporto pubblico, l’ambiente e i fondi europei. Abbiamo lavorato all’ultimo respiro per impostare e far partire programmi di rinnovamento radicale”.
Mentre la Giunta regionale della Puglia ha approvato uno schema di provvedimento per il riordino della rete ospedaliera, adeguandosi così ai nuovi standard nazionali.
L’operazione di riordino – spiega la regione Puglia – non taglia i posti letto, ridistribuendoli tra ospedali di secondo livello (hub), ospedali di primo livello e ospedali di base.
Il provvedimento in particolare prevede “cinque ospedali di secondo livello (Ospedali riuniti di Foggia, Policlinico di Bari, Santissima Annunziata di Taranto, Perrino di Brindisi, Vito Fazzi di Lecce);
Undici ospedali di primo livello (ospedale Masselli di San Severo, Tatarella di Cerignola, Bonomo di Andria, Dimiccoli di Barletta, Di Venere e San Paolo di Bari, ospedale della Murgia di Altamura, ospedale civile di Castellaneta, Camberlingo di Francavilla Fontana, Sacro cuore di Gallipoli, Delli Ponti di Scorrano), cui si aggiungono gli ospedali privati e classificati dotati di pronto soccorso.
Dodici ospedali di base (ospedale civile di Manfredonia, Vittorio Emanuele di Bisceglie, Umberto I di Corato, Don Tonino Bello di Molfetta, San Giacomo di Monopoli, Santa Maria degli Angeli di Putignano, Ferrari di Casarano, San Giuseppe di Copertino, Santa Caterina di Galatina, ospedale civile di Ostuni, Giannuzzi di Manduria, Valle d’Itria di Martina Franca)”.
Buona parte degli ospedali di base rispetto alla configurazione prevista dal ministero (anestesia, pronto soccorso, medicina, chirurgia, ortopedia) conserveranno le ulteriori discipline che storicamente presidiano il fabbisogno epidemiologico locale.
“Oltre a queste tre tipologie, si aggiunge l’ulteriore fattispecie dell’ospedale di “area disagiata” previsto dal DM 70 che la Giunta ha riservato per l’ospedale Lastaria di Lucera.
Saranno avviati alla riconversione otto stabilimenti ospedalieri pubblici, destinati a una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie (ospedale Fallacara di Triggiano, Sarcone di Terlizzi, San Camillo di Mesagne, Melli di San Pietro Vernotico, Umberto I di Fasano, San Marco di Grottaglie, ospedale Caduti di tutte le guerre di Canosa, San Nicola Pellegrino di Trani)”.
La rete di assistenza ospedaliera si arricchirà, inoltre, di quattro nuovi ospedali, la cui costruzione consentirà l’ulteriore e successivo accorpamento degli stabilimenti.
Con lo stesso provvedimento parte ufficialmente anche il lavoro di riassetto della rete di assistenza territoriale, per la quale il governo regionale ha stanziato 400 milioni di euro di fondi FESR destinati prioritariamente a rifunzionalizzare e potenziare gli ospedali oggetto di riconversione.
“La Giunta – ha detto il presidente Michele Emiliano – ha approvato il piano di riordino degli ospedali.
Una prima cosa: non ci sono strutture che chiudono, ma ci sono strutture che vengono riconvertite. Abbiamo fatto questa riconversione non per risparmiare danaro, perché la spesa è sempre la stessa, ma per utilizzare bene il personale, le risorse, le strutture ospedaliere e quelle del territorio. Quindi non ci sono stati tagli, di nessun tipo: semplicemente, come si fa in casa, quando c’è scarsità di un elemento, si cerca di concentrare tutte le risorse dove servono, cercando di evitare di sprecarle dove servono meno. E questo è stato fatto”.
“Alla fine – precisato Emiliano – avremo 5 ospedali di secondo livello, significa il massimo livello che esiste in Italia, 11 di primo livello, ospedali molto ben attrezzati con quasi tutte le specializzazioni”.
“Poi – spiega sempre Emiliano – ci sono 12 ospedali di base, che sono quelli più vicini alle persone. Molti di questi saranno rafforzati e manterranno più specialità e più reparti di quelli che normalmente sarebbero previsti per di questi ospedali base. Soprattutto abbiamo “salvato” uno degli ospedali che era destinato a chiusura da tanto tempo, quello di Lucera, che ovviamente avrà un regime molto particolare, quello tipico delle zone disagiate. E questo in funzione della particolare struttura dei monti Dauni che necessitano di un pronto soccorso che non poteva essere allontanato troppo dai luoghi di residenza dei cittadini”. Un tema quello del riordino del sistema sanitario, con particolare attenzione al settore ospedaliero, che sta molto a cuore al Segretario Nazionale Ugl Medici dott. Filippo Fordellone che ha espresso il suo apprezzamento verso questo iter avviato dalle regioni Campania e Puglia. “Attraverso i nostri reggenti nazionali – ha detto Fordellone – forniremo tutto il supporto necessario in linea con il tavolo aperto con il governo sulle riforme assicurando tutto il nostro eventuale impegno e supporto”.