Investimenti per il Mezzogiorno: tema caldo e da tempo presente nell’agenda del governo. Ma a scendere in campo questa volta – in un incontro tra le rispettive rappresentanze nazionali, regionali e locali – sono Confindustria e Cgil, Cisl, Uil. In una nota congiunta le parti sociali sostengono infatti la necessità di “accelerare la definizione dei Piani attuativi del Masterplan per il Sud, favorendo la ripresa di investimenti ed occupazione” e propongono “al Governo e alle Amministrazioni regionali e locali, la definizione comune di una road map per portare sul territorio il confronto sulle priorità, attraverso un’agenda di incontri per condividere sedi, tempi e modalità di confronto, che porti a definire in tempi brevi i Piani attuativi del Masterplan con ciascuna Regione e Città interessata”.
L’incontro fra il livello centrale e quelli regionali di Confindustria e Cgil, Cisl e Uil nasce anche per “condividere un assetto stabile ed efficace della governance delle politiche di sviluppo con il contributo decisivo delle rappresentanze di impresa e lavoro; definire un disegno complessivo di rilancio per le regioni del Mezzogiorno, individuando priorità e risorse di fonte ordinaria ed aggiuntiva; far diventare il Masterplan, anche a livello locale, strumento per l’individuazione condivisa degli interventi e per la selezione delle priorità”.
Confindustria e Cgil, Cisl e UIL sottolineano con “preoccupazione l’incertezza relativa ai tempi e alle modalità di definizione degli accordi, ed esortano Governo e amministrazioni regionali e locali ad accelerarne l’adozione”.
Per rendere concreto questo disegno, si legge nella nota, “ritengono necessario definire un quadro chiaro di priorità, attraverso un efficace dialogo con le realtà locali, fin qui prevalentemente disatteso, anche al fine di sfruttare l’opportunità della flessibilità europea per gli investimenti non solo sul piano finanziario (ben 7 degli 11,3 miliardi di euro di investimenti interessati dallo ‘sforamento’ dovrebbero riguardare il Mezzogiorno), ma soprattutto sul piano dei risultati effettivi, in termini di miglioramento quantificabile della qualità della vita e della competitività dei territori”.
D’altra parte, sottolineano, “i tempi per consentire al Mezzogiorno di agganciare la ripartenza dell’economia sono stretti, così come la strada per promuovere una riattivazione selettiva degli investimenti: cosa si sceglie e quando si realizza sono due variabili decisive per determinare il fallimento o la piena riuscita della strategia”.
Le rappresentanze nazionali, regionali e locali di Confindustria e Cgil, Cisl, Uil nell’incontro sono state “guidate da Alessandro Laterza, Vice Presidente di Confindustria per il Mezzogiorno e le politiche regionali, Gianna Fracassi, Giuseppe Farina e Guglielmo Loy, segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil. Tra le principali istituzioni coinvolte anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Claudio De Vincenti, il vice presidente Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, e gli assessori alle attività produttive della Regione Sicilia, Mariella Lo Bello, e della Campania, Amedeo Lepore, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni”
L’obiettivo principale del documento sul Mezzogiorno che la Cisl ha firmato oggi con Cgil Uil e Confindustria è quello di rafforzare il dialogo sociale sui vari problemi che riguardano il Sud del paese”. Lo afferma in una nota il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina.
“Dobbiamo impegnarci tutti per una buona gestione dei fondi europei e dei Masterplan per il Sud finalizzati a migliorare concretamente e strutturalmente la capacità competitiva delle imprese e dei territori, a promuovere ed attrarre investimenti e lavoro – aggiunge -. La nuova programmazione dei fondi Europei 2014/2020 rappresenta infatti una straordinaria occasione per ridurre il divario economico e sociale tra il Sud ed il resto del paese e dare un contributo fondamentale alla crescita dell’intera economia nazionale.
Ci sono per il Sud 100 miliardi di stanziamenti previsti fino al 2020 e 11 miliardi da spendere nel 2016 di cui 7 destinati al Sud. Non possiamo ripetere l’esperienza della vecchia programmazione 2007/2013. Le Regioni sono riuscite a spendere solo in extremis e con grandi affanni le risorse previste, ma la frammentazione dei progetti e della spesa e la loro prevalente scarsa qualita’ hanno inciso poco o nulla sulla crescita economica dei territori ed avuto un impatto marginale sull’occupazione. Questa volta non possiamo sbagliare! CGIL CISL, UIL e Confindustria sono pronte a fare insieme la loro parte con il Governo e con le Regioni per una più condivisa ed efficace strategia d’investimenti e di rilancio dell’economia meridionale che, per avere successo e di questo è bene che il Premier se ne faccia una ragione, non potrà prescindere al livello nazionale e nei territori dalla collaborazione e dall’impegno attivo delle parti sociali”. “Sarebbe bene che governo e regioni si aprissero ad un tavolo di confronto con le parti sociali definendo concretamente le cabine di regia dei comitati di consultazione. Questa volta, finalmente, possiamo tutti insieme realizzare un vero progetto sull’utilizzo degli investimenti che vengono dai fondi europei e da quelli nazionali”.