In queste ultimestagioni la serie A, ha visto la fine di molte carriere eccellenti; in pochi anni le bandiere storiche di molte squadre hanno appeso al chiodo gli scarpini o lasciato la massima serie italiana per un esilio volontarioverso nuovi campionati dove chiudere senza pressione la propria carriera. Essere una bandiera nel calcio attuale non è cosa da poco: giurare fedeltà ad una squadra e dedicarle la propria vita calcistica è diventato quasi impossibile, visti i milioni di euro che girano attorno ad ogni giocatore e ai continui colpi di calciomercato che ogni anno fanno viaggiare migliaia di giocatori da un punto all’altro del mondo. Se si pensa alla figura romantica del giocatore “bandiera”, simbolo eterno e indissolubile per 3-4 generazioni di tifosi, non si può che ricordare i 4 nomi dei giocatori bandiera per eccellenza, che si sono battuti per le proprie squadre sui campi di tutto il mondo: Alessandro Del Piero, Javier Zanetti, Paolo Maldini e Francesco Totti. Maldini, storico difensore centrale del Milan, ha scritto la sua storia sin da quando sedicenne fu convocato per la prima volta da Marco Tassotti; l’infortunio di Sergio Battistini gli concesse subito l’esordio in serie A e rappresentò l’inizio della carriera del capitano più longevo del Milan. Proprio Maldini, che è primo nella classifica 2014 di caughtoffside.com tra le bandiere di tutta Europa, ha regalato al Milan 7 Campionati Italiani, 5 Supercoppe Italiane, 1 Coppa Italia, 5 Coppe dei Campioni, 5 Supercoppe Uefa, 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per Club. Si è ritirato nel Maggio 2009, dopo 902 presenze corredate da 33 goal, tra applausi e fischi della tifoseria, lasciando un vuoto incolmabile nella squadra milanese. Javier Zanetti invece era arrivato all’Inter 3 anni dopo l’esordio nel mondo del calcio; fu il primo acquisto dell’era Moratti jr, fortemente voluto dal presidente in persona, l’argentino fu lanciato subito in prima squadra e da quel 5 Giugno 1995fino al maggio scorso è stato il Capitano indiscusso dell’Inter. Uomo di carisma, corretto in campo e fuori,mai una parola fuori posto o un comportamento scorretto, mai un problema fisico irrisolvibile, ha speso più di tutti tra sangue e sudore per la maglia nerazzurra. 853 presenze, condite da 21 goal e da un triplete da capitano e uomo squadra che lo hanno portato all’apice del Pantheon delle leggende interiste. Zanetti ha appeso le scarpe al chiodo il 10 Maggio 2014, dopo aver aiutato la propria squadra ancora una volta in Europa. Alessandro Del Piero, soprannominato dall’avvocato Gianni Agnelli “Pinturicchio”, ha dato tutta la sua vita alla Juventus e ha legato il suo destino ai colori bianconeri. Arrivato poco più che diciassettenne, se ne andò solo a fine carriera dopo 17 anni, 777 presenze e 316 goal, durante il primo anno dell’era Conte e del ritorno dello scudetto a Torino. Ha portato sul suo braccio la fascia da capitano per molti anni, portando da protagonista 6 Scudetti, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe Italiane, 1 Campionato di Serie B, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa Uefa e 1 Coppa Intertoto Uefa. L’ultimo dei quattro rimasti ancora in attività è Francesco Totti, storico capitano e uomo simbolo della Roma. Il 28 Marzo 1993 esordì nei minuti finali di Brescia-Roma vinta per 2 a 0. Da allora 1 scudetto vinto, 749 presenze con la maglia giallorossa e 300 goal, esportatore del “Cucchiaio de Roma”, terzo figlio prediletto della lupa capitolina e idolo della città. Aveva scelto di seguire il suo eterno amore nonostante i suoi 39 anni e i nuovi arrivi in attacco, ma adesso improvvisamente la sua presenza, insindacabile fino a pochi mesi fa, vacilla e il contratto in scadenza a giugno 2016 molto probabilmente non verrà più esteso dopo 23 stagioni. Prima i malumori non detti, poi i primi sintomi di un malessere interiore sempre più crescente del Capitano viste le sue 6 presenze e quell’unico goal che lo aveva portato a quota 300. Alla fine la cacciata di Rudi Garcia, e l’arrivo di Luciano Spalletti alla guida della squadra, ha fatto esplodere la situazione: ennesima presenza in panchina, appena sei minuti giocati contro il Real, e l’intervista per la Rai. Dall’intervista in cui ha espresso il suo disappunto per il poco impiego, delusione verso la società e l’amore mai sbocciato con Spalletti, sono passati solo due giorni e poco prima della gara contro il Palermo è arrivata una decisione inaspettata: Totti fuori dal ritiro per volere dell’allenatore. La situazione appare irrecuperabile, il presidente americano Pallotta ha assicurato che la decisione dell’esclusione del capitano è stata presa sotto precise consultazioni con la società, Totti è arrivato comunque allo stadio per stare accanto alla sua squadra, ma se non dovesse arrivare la pace tra le due parti,sarebbe una macchia sia per il calcio italiano che per la Roma; sarebbe davvero la fine di un’era.
(Salvatore Gabriele Imperiale)