Il Cairo – La vicenda amara e drammatica che accompagna la fine terrena di Giulio Regeni continua ad essere avvolta nel mistero. Dall’Egitto arriva chiara la smentita sulla versione dei media occidentali secondo cui Giulio Regeni, prima di morire, fosse finito nelle maglie degli apparati di sicurezza del Cairo. In un comunicato ufficiale, rilanciato dall’agenzia ufficiale Mena, il ministero dell’Interno egiziano fa sapere che il giovane dottorando friulano “non è mai stato arrestato”. Secondo il ministero, che assicura di lavorare su questo caso senza sosta e in piena collaborazione con il team investigativo arrivato dall’Italia, i media occidentali hanno pubblicato “informazioni inesatte” sostenendo che il giovane studioso friulano sarebbe stato arrestato da uomini degli apparati egiziani per via della sua attenzione alle opposizioni nel Paese e per impedirgli di diffondere informazioni sulla situazione politica in Egitto. In particolare, anche oggi, Repubblica riferisce che ad accendere l’interesse dei servizi segreti del Cairo su Regeni sarebbe stato il fatto che la sua analisi sui sindacati e le opposizioni in Egitto si stesse trasformando da ricognizione analitica in una “ricerca partecipata” con un suo coinvolgimento diretto nella “vita e nelle dinamiche interne” delle organizzazioni. Resta ora da capire anche la diffusione che hanno avuto i “report” che al 28enne ricercatore italiano venivano sollecitati (l’ultima volta a metà dicembre) dall’Università di Cambridge e che potrebbero esser stati mostrati anche all’esterno dell’ateneo. (Agi)