Tagliacozzo. Anche se non si può affermarlo con certezza, le circostanze lasciano trasparire chiaramente un episodio di natura dolosa. Questa notte, tre auto di proprietà del sindaco di Tagliacozzo, Maurizio di Marco Testa, sono state incendiate davanti alla sua abitazione, in Via Veneto. Era passata mezzanotte da poco. Il primo cittadino era rientrato a casa una quarantina di minuti prima dopo una serata in compagnia di amici, presso un locale della città. Poco dopo, il cane ha iniziato ad abbaiare, come ha raccontato la giovane figlia Ilaria, poi il botto.Insieme alla moglie, Gabriella e alla figlia, il sindaco è uscito di casa, assistendo così inerme a uno spettacolo terrificante: la sua Fiat Cinquecento (in uso alla moglie) è andata in fiamme, che si sono allargate incendiando anche le altre due auto vicino, la Mini Cooper (utilizzata dalla figlia) e l’Alfa Romeo, da poco parcheggiata da Di Marco Testa. Subito si sono presentati i vigili del fuoco che hanno spento l’incendio e con loro i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo. Sembra, inoltre, che durante l’esplosione, si sia avviato il motore d’accensione della Mini, tanto che appena usciti di casa, i proprietari l’hanno vista avanzare i qualche metro mentre era in fiamme. Le loro espressioni sul viso parlavano da sole. Affrante, stupite, profondamente addolorate. Chiaramente possibile il dolo, in relazione alla carica pubblica assunta da Di Marco Testa, ma anche in base alle circostanze dell’esplosione, avvenuta proprio poco dopo il rientro a casa del primo cittadino. Le telecamere della Banca di Credito Cooperativo, in via della Torretta, potrebbero aver ripreso qualche auto intenta a svoltare su via Veneto, ma in caso, si sospetta più presumibilmente che gli attentatori abbiano agito con un mezzo parcheggiato lungo via Piave, raggiungibile dalla casa del sindaco sono a piedi, avendo così la possibilità di fuggire in qualsiasi direzione. “È un fatto gravissimo”, ha dichiarato il primo cittadino, ancora traumatizzato dall’accaduto, “ad ora non riesco nemmeno ad immaginarmi un nemico che possa avercela con me sino a tal punto. Sono fiducioso nel lavoro delle forze dell’ordine. La verità salterà fuori”. Prima di rientrare a casa la moglie Gabriella aveva affermato di aver visto un’auto bianca sospetta, verso le undici e un quarto, ora in cui era uscita per buttare l’immondizia. “All’inizio pensavo che in quell’auto in sosta potesse esserci dentro mio marito a parlare con qualche suo amico, ma non ho visto nessuno e quindi sono rientrata”, ha affermato, “sono senza parole. Il solo pensiero che possa esserci un nemico in questa piccola città, che posso averlo incontrato o possa incontrarlo in qualsiasi momento al bar, in piazza, mi lascia profondamente addolorata e mi spaventa”. Sui social, partono subito messaggi di solidarietà verso il sindaco. Sul posto era presente anche l’assessore Antonio Amicucci per far spalla al suo sindaco. Mai prima d’ora era avvenuto un simile episodio in città, sempre distinta per il suo profilo culturale e artistico, per la tranquillità regalata ai turisti metropoliti, per l’allegra animosità mostrata nella realizzazione degli attesi eventi estivi. Ultimamente, l’aria era un po’ cambiata, ma mai si poteva pensare che potesse raggiungere questo livello di inasprimento, in cui a essere minacciato, qualora l’attentato venga dimostrato, è un’autorità pubblica, un sindaco, rappresentante dell’intera cittadinanza. Oggi le auto di Di Marco Testa saranno sequestrate e prese in esame dalla squadra speciale dei carabinieri dell’Aquila per dei controlli e per trovare un innesco. Sul posto, presente anche il capitano dei carabinieri Edoardo Commandé che ha assicurato al primo cittadino il suo massimo impegno nell’indagare per riportare alla luce la verità nascosta dalle ceneri dei motori.
(Raffaele Castiglione Morelli)
Foto Raffaele Castiglione Morelli