Roma – Il Governo vara dunque il decreto di riforma per le banche banche, che prevede la riordino del sistema di quelle cooperative, ma rinvia l’atteso provvedimento che avrebbe dovuto definire i criteri per i rimborsi ai clienti delle quattro banche, tra cui Banca Etruria, fallite lo scorso novembre. L’esecutivo precisa che si tratta di quello che è definito uno stralcio, nel senso che sono rimandate all’emanazione di uno specifico provvedimento destinato ad essere concretizzato in un regolamento del ministero dell’Economia. La strada scelta è dunque quella di evitare il passaggio parlamentare, con i suoi lunghi tempi di discussione, e trasferire la decisione all’unico vaglio del Consiglio di Stato. Secondo il Governo si dovrebbe rendere molto più spedito l’iter atteso da tutti coloro che sono stati truffati dai vertici bancari degli istituti falliti. E’ stato lo stesso Primo ministro, Matteo Renzi, a spiegare la scelta: “Per i rimborsi alle persone che verranno riconosciute come truffate dall’arbitrato non c’è bisogno di un decreto legge, si tratta di aspettare il dpcm e il decreto ministeriale che sono sostanzialmente pronti e saranno presentati nei prossimi giorni. Abbiamo avuto l’ipotesi di poter modificare la legge di stabilità con decreto legge, ma ci sembrava una ipotesi arzigogolata – aggiunge – Non c’è stato nessuno slittamento o rinvio ma la scelta di non modificare leggi che sono già attive. Da domani – ha aggiunto Renzi – il sistema bancario sarà più solido”. Per quanto riguarda le proposte di modifica delle banche cooperative, Renzi ha sostenuto che, salvo poche modifiche, sono state sostanzialmente recepite le proposte di autoriforma proposto dalle stesse banche coinvolte con la creazione di una holding capogruppo e la possibilità, però, di fuoriuscita per gli istituti che non ne vorranno far parte. Renzi ha auspicato che la riforma “sia recepita nel modo più intelligente e innovativo possibile dai singoli soggetti delle banche popolari. Spero possano rapidamente fondersi, unirsi, aggregarsi, nel rispetto della loro autonomia: l’Italia ha bisogno di banche un pochino più grandi”. (u.e.)