Nei giorni in cui si svolge il tanto discusso family day fanno ancora più impressione le continue notizie che riguardano la violenza sulle donne, tradizionalmente considerate il cuore della famiglia:Nel catanese una donna è stata strangolata dall’ex davanti agli occhi del figlio di 4 anni; A Brescia una donna è stata uccisa a coltellate dal marito che poi si è schiantato contro un tir; infine a Pozzuoli una donna, incinta all’ottavo mese, è stata aggredita dal compagno che le ha dato fuoco.Questi tre sono solo gli ultimi terribili fatti di cronaca che dimostrano come la violenza sulle donne e gli omicidi violenti sono ancora all’ordine del giorno in Italia.
Non è tanto un problema di leggi, in quanto negli ultimi anni sono stati fatti dei passi avanti ( legge sullo stalking) ma piuttosto un problema di prevenzione; come si evince dagli ultimi dati Istat disponibili, circa 7 milioni di donne hanno subito violenza, fisica o psicologica (una donna su 3 fra 16 e 60 anni). Ma nemmeno il 12% di queste donne ha avuto la forza di denunciarla.
I motivi del silenzio sono molteplici, e vanno ricercati in profondità, a parte la comprensibile paura della ritorsione c’è una forte componente psicologica da non sottovalutare: la vergogna, il sentirsi “sbagliata” il pensare, nel momento più oscuro, di meritarlo quasi.
Spesso la violenza in famiglia avviene davanti agli occhi dei figli, che porteranno per sempre dentro i segni e i ricordi di queste terribili esperienze.E’ necessaria una profonda rivoluzione culturale e sociale, che coinvolga soprattutto i giovani, che spesso considerano inevitabile la violenza all’interno della famiglia o della coppia, è allarmate infatti anche il dato che indica come anche nelle coppie di giovani e giovanissimi, la violenza sia considerata quasi “normale”.
Alla luce di questi fatti, la vecchia leggenda per cui “se il tuo compagnetto di scuola ti picchia perchè ti vuole bene” suona in maniera davvero sinistra.
Valentina Luciani