Lo scorso 17 Gennaio 2016 per la terza volta nella storia un pontefice è entrato nella sinagoga di Roma: Papa Francesco infatti è stato accolto all’interno del Tempio Maggiore dalla comunità ebraica. Dopo secoli di lotte, incomprensioni, odio e discriminazioni, si è giunti a una svolta nei rapporti tra le due religioni; da anni infatti le due religioni hanno ricominciato a parlare. Andiamo per gradi: il primo storico incontro tra un pontefice e la massima autorità ebrea della capitale avvenne il 13 Aprile 1986. Giovanni Paolo II entrava per la prima volta nella sinagoga capitolina, proseguendo un cammino di avvicinamento tra la fede cattolica e quella ebraica, iniziata più di trent’anni prima da un altro pontefice: Giovanni XXIII. Papa Roncalli durante le liturgie del venerdì Santo del 1959, con uno dei suoi soliti fuori programma, aveva fatto cancellare dalla preghiera la locuzione latina “Oremus et pro perfidisJudaeis”, con i quale i cristiani pregavano per il perfido ebreo reo di aver fatto crocifiggere il Messia. Quest’atto assieme alla benedizione degli ebrei davanti il Tempio Maggiore sul Lungotevere, (si trattava sempre di un fuori programma) avvenuta durante il corteo pontificio nel 1959, avevano rappresentato i primi passi per un riavvicinamento tra le due religioni. Giovanni Paolo II raccolse l’eredità lasciatagli dagli altri pontefici e riuscì a varcare la soglia della sinagoga romana. Durante quello storico incontro nel suo lungo discorso, PapaWojtyla, oltre a ricordare l’impegno dei suoi predecessori nella distensione dei rapporti con gli ebrei, abbattè quel muro di incomprensioni tra le due religioni con un solo fraterno abbraccio con il rabbino Elio Toaff.
La visita di Papa Benedetto XVI avvenuta 24 anni dopo, il 17 Gennaio 2010, rappresentò non di meno l’ennesimo passo storico verso la distensione. Il pontefice di origine tedesca aveva ammesso il mancato intervento di Pio XII durante la shoah e aveva fatto pubblico mea culpa davanti l’intera comunità ebraica romana; inoltre auspicava la completa fine delle divisioni e delle incomprensioni tra le due religioni. La visita di Francesco, decisa da mesi come uno dei primi impegni dell’anno santo, ha seguito perfettamente la linea solcata dai suoi predecessori. E’ stato accolto all’interno della sinagoga da Riccardo Segni, rabbino capo di Roma, dalla comunità ebraica romana e anche da molti rappresentanti delle comunità ebraiche europee. Per capire il clima e l’aria in cui si è svolto l’incontro, basta citare parte del discorso del Rabbino capo di Roma: “Oggi il Tempio accoglie con gratitudine questa terza visita di un papa e vescovo di Roma. Secondo la tradizione giuridica rabbinica, un atto ripetuto tre volte diventa chazaqà, consuetudine fissa. È decisamente il segno concreto di una nuova era dopo tutto quanto è successo nel passato.”
Gabriele Imperiale