Redazione – Ha fatto un certo scalpore la notizia relativa ai cosiddetti fannulloni, ossia dipendenti pubblici organizzati in maniera tale da timbrarsi reciprocamente cartellini in blocco e fare i propri comodi durante ore pagate dallo Stato destinate invece al lavoro. Per carità sicuramente non sono da encomiare, ed è giusto che paghino pegno per il loro comportamento. Ma questo è ciò che si è scoperto, ci saranno tanti altri milacasi sui generis che non verranno mai resi noti, o appurati. Però la responsabilità sta a monte. Servono però alcune riflessioni. Allora già di per sè chi ha del lavoro da fare in ufficio, non può permettersi il lusso di lasciarlo dietro, tanto poi lo dovrà fare. Evidentemente c’è ben poco da fare, quindi non è che si astengono dal lavoro, ma bensì non erano sul posto di lavoro durante l’orario previsto. C’è una bella differenza. E dunque quelli che sono i “controllati” se non fosse stato per le telecamere ed intercettazioni ambientali posizionate dalla Finanza, tutto sarebbe andato avanti così. Ma i “controllori” dove sono? Possibile che nessuno veda nulla o si accorga di nulla. Soprattutto la categoria degli amministratori pubblici deputata all’indirizzo ed al controllo dell’attività amministrativa dell’ente dove sono? Nondimeno indennità di carica percepite senza fare nulla non sono meno dannose del metodo del badge dei fannulloni. E dunque invece di criminalizzare solo i fruitori del sistema, perchè non condannarne i gestori? Del resto non si hanno certo esempi da seguire. Quindi tutto è frutto di un sistema malato all’origine; curabile solo con la volontà popolare, che però si lamenta ma in fondo sta bene come sta.