L’unica cosa che sò, è di non sapere niente…
Redazione – Vicende, accadimenti, favoritismi, privilegi, interessi &co. Le risposte ai dubbi del popolo le fornisca la politica attualizzata del “nonsapevo e se c’ero dormivo”. Quando ci sono scandali, cose grosse che si ripercuotono a livelli nazionali ed internazionali, per uscire dall’empasse di turno si sceglie di non sapere nulla. Del resto nulla di stano, anche gli imputati possono avvalersi della facoltà di non rispondere. Ma gli imputati e non chi dovrebbe rendere il conto del proprio operato agli elettori, ai cittadini e non solo ai suoi ma a tutti, perchè quando si va a ricoprire un incarico pubblico lo si svolge ad onere ed onore del popolo sovrano tutto. La consapevolezza reale delle istituzioni è poco conosciuta come è poco praticato l’esercizio delle dimissioni dalla carica ricoperta. I partiti, movimenti o gruppi inizialmente rispondono a tutte le domande (in campagna elettorale) proclamano l’attuazione di progetti mariemonti. Poi a causa dell’insorgenza degli impegni, la elevata mole di questioni varie, fanno perdere la memoria. Cosicchè il popolo italiano è stato ormai abituato alla politica del nonsapevo. Chi abita lussuosi attici e non sa come e perchè sta li’, nè chi vi abbia riempito i mobili e gli scaffali di ogni aurea suppellettile. Chi gli comprano casa e non sa che gliela hanno pagata, chi tutto osserva con un meccasnismo apparentemente popolare e mediatico e poi però si fa sfuggire certi dettagli. Ebbene se prima potevamo sperare, oggi c’è spazio solo alla rassegnazione umana. Il sistema del non sapere contagia tutti, politici e cittadini, vittime del loro stesso modo di fare. In ogni modo, in qualsiasi circostanza è sempre meglio non sapere, o meglio ancora dimenticare. Un dramma tutto italiano.