Domani circolano le pari, ferme le dispari…
Lo ripete la radio, la televisione, è pubblicato dai quotidiani nazionali e da ogni rivista in rete, un martellamento mediatico e normativo senza fine: euro 3/4/5/6, ecoincentivi, rottamazioni, controlli e divieti di circolazione.
Lo scopo è rendere chiaro che le auto vecchie inquinano tanto e quelle nuove molto meno. Allora tutti, o quasi, ci siamo comprati la macchina con il motore gpl o metano e le benzine sono sempre più raffinate.
Nonostante ciò la qualità dell’aria non è migliorata anzi al degrado, sono intervenuti altri fattori di rischio e dal 2003, mentre sono parzialmente diminuite l’emissioni nocive delle automobili, di pari passo, quelle prodotte dal settore residenziale hanno avuto un incremento.
In quest’ambito la tendenza storica è sempre stata l’utilizzo di combustibili liquidi: gasolio, gpl, kerosene e olio combustibile con un consumo progressivamente più elevato del metano. Dal 2003 il consumo di biomasse subisce un rafforzamento, avviene una vera e propria rapida sostituzione dei combustibili liquidi con legna e pellet a scapito soprattutto del metano.
Sarà l’inizio dei problemi perché secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, ISPRA, ogni unità di energia bruciata sotto forma di biomassa emette molte più polveri sottili di quella emessa dalla stessa quantità di combustibili liquidi.
In realtà quanto sopra rappresenta solo una possibile spiegazione, perché come di consueto, nessuno ha in mano dei chiarimenti che siano oggettivamente accettabili.
L’inquinamento prodotto dalle automobili non è per nulla trascurabile ma nella problematicità generale i blocchi del traffico sono poco più che palliativi. Impianti industriali, edifici pubblici e/o privati con riscaldamenti inquinanti, sistemi d’incenerimento vecchi e stantii, discariche abusive e roghi improvvisati rappresentano dei giacimenti di emissioni negative. Esiste un vero pericolo per la salute e la necessità di affrontare politicamente il problema è ormai ineliminabile. Il primo intervento di protezione dell’atmosfera in Italia, che individua l’aria come un bene giuridico da proteggere, è la Legge del 13 luglio 1966. Le successive integrazioni e modificazioni convergono tutte nella qualità e protezione dell’aria che respiriamo. Gli elementi paurosamente nocivi sono:
- Le micro polveri sottili
- Il biossido d’azoto
- L’ozono
L’inquinamento fa invecchiare e morire prima, ci sottrae mesi di vita.
Tuttavia la situazione ristagna, nonostante i vertici climatici dei potenti della terra e le continue misurazioni per conto di ogni organizzazione preposta ai controlli.
Il negazionismo è forte e determinato perché alimentato dal denaro e dalla cupidigia.
E’ necessario un intervento nazionale serio e competente, un piano dell’aria in grado di coordinare le azioni delle regioni, di rivedere i problemi delle biomasse e dei combustibili liquidi, altrimenti…
Speriamo nel 2016, di respirare aria nuova.