” Interpretazioni differenti di uno stesso soggetto: San Sebastiano”
È il confronto tra due opere, rappresentanti uno stesso soggetto, che può rendere maggiormente percepibile come possa essere possibile la diversa concezione di una realtà, vera o immaginaria, influenzata non soltanto dal periodo vissuto dagli individui che la esprimono, ma anche dalla loro personalità. Il concetto prima espresso può essere rafforzato attraverso l’osservazione delle opere pittoriche di Mantegna e da Messina, esponenti dell’arte rinascimentale, le quali rappresentano il San Sebastiano. Mantegna pone nell’opera l’imponente figura del martire che domina, grazie al punto di vista ribassato, il vasto paesaggio. Il dipinto viene suddiviso in tre piani: il primo segnato dai due carnefici posti in basso a destra, che rugosi e sdentati stanno a simboleggiare violenza e brutalità; il secondo piano viene identificato dalla figura del santo che, con il suo corpo atletico e dalle tonalità tenere e luminose, non solo cattura l’attenzione dell’osservatore ma è in netto contrasto con le figure presenti in primo piano, poiché egli incarna le vesti dell’eroe non soltanto forte fisicamente ma anche moralmente; trafitto da frecce è inoltre posto davanti ad una colonna riccamente decorata, ed il suo volto, circondato da una candida luce dorata, è rivolto verso l’alto. Osservando ciò che viene celato dietro l’imponente struttura in pietra, possiamo scorgere una città il cui sviluppo avviene su di un paesaggio roccioso. Il tutto viene infine concluso con un cielo frastagliato da soffici nuvole. Mentre da Messina cambia completamente la visione del suo San Sebastiano che sembra rinascere sotto vesti diverse. Di notevole importanza è il forte scorcio prospettico dato dal pavimento, dalla colonna posta a terra in basso a destra, è dal soldato sdraiato sul pavimento che riposa. La figura del santo, osservata anch’essa grazie ad un sotto in su, che conferisce monumentalitá al San Sebastiano, cambia completamente lineamenti che da un corpo atletico ed eroico, divengono più dolci, delicati, a tratti quasi femminili, rappresentando così non un uomo ben si un corpo ancora in fase di formazione, di un giovanotto che trafitto da frecce è posto davanti ad un alto tronco di albero posto al centro della scena, catturando così l’attenzione dell’osservatore. Sullo sfondo possiamo inoltre scorgere una ricca quinta architettonica; omaggio alla Venezia contemporanea.
(Morena De Luca)