Il Pd cambia alleanza per superare lo stallo a lungo registrato sulle votazioni per il rinnovo di tre giudici costituzionali. Il partito di Renzi smette di votare per la terna impostata sulla base di un accordo fatto con Berlusconi e Forza Italia e ne tira fuori un’altra disegnata con i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Così, finalmente, si sblocca la situazione e passano Augusto Barbera, indicato dal Pd, Franco Modugno intorno al quale si sono focalizzate le indicazioni del movimento fondato da Beppe Grillo, Giulio Prosperetti che ha raccolto i convinti favori di centristi e popolari.
La reazione di Forza Italia e dell’intero Centro destra sono state d’irritazione e di stizza e i parlamentari di Silvio Berlusconi hanno finito per non partecipare al voto che, sulla base degli equilibri esistenti alla Camera e al Senato e una volta trovato l’accordo tra Pd e 5 Stelle, era ovviamente scontato.
Silvio Berlusconi ha definito grave la scelta di escludere dalla Consulta la presenza di un indicato dal Centro destra e giunge a chiedere che il Presidente Mattarella sciolga le camere. Giorgia Meloni lega la decisione del Movimento di Beppe Grillo a quella di non trasformare la mozione di sfiducia alla ministra Boschi per la questione della Banca Etruria all’intero Governo a significare uno scambio di favori tra l’esecutivo Renzi e i 5 Stelle.