Partendo dal presupposto che con il termine “arte” si può racchiudere ogni attività umana che porta a forme di creatività ed espressione, non legata soltanto alla componente estetica, anche la letteratura è quindi arte. Confrontando perciò un’opera letteraria con un’opera scultorea, è possibile analizzare un altro aspetto della società passata e odierna: i due estremi di una visione troppo astratta e concettuale, in contrapposizione ad un’idea estremamente materialista e immorale. Il concetto di “platonico” viene introdotto in modo impeccabile dallo scrittore Dante Alighieri nel suo capolavoro: “La Divina Commedia”, dove immette la figura di Beatrice, il cui vero nome sembra essere Bice, che introduce il senhal, ossia l’utilizzo di un nome fittizio per indicare “colei che rende beati”; di uso comune nella lirica provenzale e riconduce all’amore cortese. Protagonista di una storia platonica, Beatrice diviene musa ispiratrice di Dante, colei che può guidarlo verso la salvezza, facendolo anzitutto pentire dei propri peccati affinché sia degno della grazia di Dio. Viene definito “amore platonico” poiché non vi è traccia di attrazione sessuale, è perciò un sentimento che eleva. Dante riesce infatti a descrivere con candore e delicatezza i tratti caratteristici della donna, apprezzandone il suo essere, riuscendo al tempo stesso a non desiderarla fisicamente. Grazie a Beatrice diviene possibile, per il poeta, il mistico cammino verso Dio, la donna lo accompagnerà in paradiso, per fargli comprendere la beatitudine di chi è vicino al Signore. Mentre Allen Jones espone l’eccesso del proprio tempo, promosso dalla cultura di massa, attraverso l’opera: “Chair”, con la quale affronta il tema dell’erotismo, con una scultura che espone la condizione della donna come oggetto, riducendola ad un elemento d’arredo. La donna esibisce un trucco appariscente, con ciglia finte e parrucca, e indossa elementi appartenenti all’immaginario erotico, quali: lunghi guanti neri in pelle, con mutandine dello stesso tessuto e colore e tacchi a spillo. Posta su di un tappeto color sabbia, con la schiena a terra e le gambe sollevate, le cui ginocchia poggiano sul seno, viene “completata” da una seduta rivestita in pelle nera, posta su di essa. Si può ben comprendere come tali concezioni siano frutto di società che, da una parte, in modo meno percettibile, dall’altra in modo più crudo, utilizzano la figura della donna a proprio piacimento; descrivendo un sentimento platonico contro natura, secondo il quale si può arrivare alla conoscenza della beatitudine, quindi la donna come mezzo per raggiungere uno scopo, e utilizzando il corpo per il solo appagamento del desiderio sessuale, come appunto oggetto da considerare quando se ne ha bisogno. Oltre ad una sottovalutazione del genere, abbiamo un vero e proprio dilemma riguardo la considerazione dell’individuo, indipendentemente dal sesso, e un concetto distorto su cosa sia davvero il sentimento. Il carnefice è la prima vittima di se stesso, poiché sfoga le proprie paure e insicurezze sugli altri, nella speranza di trarne sollievo e soddisfazione senza comprendere, che la propria situazione, non avrà risvolti positivi, ma bensì distruttivi. Si potrebbe quindi optare per rapporti sani, forti e completi, mantenendo il giusto equilibrio che conferisce serenità e stabilità.
Morena De Luca