Proseguono a ritmo serrato gli sviluppi che seguono il tragico attentato compiuto dai terroristi nella capitale francesce. Francoise Hollande fa una vera e propria dichiarazione di guerra di fronte ai parlamentari della Francia promettendo la distruzione del Daesh che ha osato insanguinare Parigi. I suoi jet bombardano nuovamente le posizioni del Califfato islamico in Siria portando altri danni e perdite umane ai terroristi dell’Isis. Il Presidente della Repubblica francese ha preferito restare in patria, e mandare il suo ministro degli esteri Fabius al pur importante incontro del G20 in Turchia, per rispondere adeguatamente agli uomini dell’Isis che hanno ucciso 132 persone inneggiando al Califfato islamico prima di farsi esplodere o cadere sotto i colpi delle forze speciali e della gendarmeria parigina. Dalla Turchia, però continua a venire la solita risposta: uniti si contro il terrorismo, forse anche più di prima, ma non si parli di intervento di terra. Si continuerà con i bombardamenti. Semmai si incrementerà la collaborazione delle intelligence. Insomma, la guerra continua, ma a metà. Il lavoro di intelligence, intanto, ha portato a numerosissimi arresti tra Francia e Belgio. In una sola giornata le operazioni di polizia, spesso compiute dispiegando un ingente numero di agenti e soldati, sono state più di 150. Un primo risultato è stato la cattura di quello che è considerato l’artificiere del gruppo, cioè colui che si è occupato di trovare le armi e gli esplosivi utilizzate dagli attentatori di Parigi.