Come era già nell’aria il sindaco di Roma, Ignazio Marino ha firmato la lettera con la quale ritira le dimissioni presentate lo scorso 12 ottobre. Ora si aspettano le dimissioni dei consiglieri Pd che in un incontro con Orfini avrebbero deciso per questa linea. Subito dopo la comunicazione del ritiro, hanno rassegnato le dimissioni il vicesindaco Marco Causi e l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito. Entrambi erano entrati a far parte della squadra capitolina con l’ultimo rimpasto di giunta così come Marco Rossi Doria. Anche lui ha annunciato di lasciare: “Torno al mio lavoro di maestro”. Tra i dimissionari anche l’assessore Luigina Di Liegro. Ha affermato invece l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella a SkyTg24: “Lunedì torno a fare il magistrato”. Poi ha aggiunto: “Le mie dimissioni? Valuterò perchè devo completare il mio lavoro nelle prossime con l’invio di atti alla Corte dei Conti”. Un lungo tira e molla quello che si conclude con la nota delle 16.27. Una vicenda iniziata nel giorno della notizia delle dimissioni, l’8 ottobre, quando il sindaco, nel video e nel comunicato d’addio, spiegava di avere 20 giorni a disposizione per ripensarci. Il countdown è poi scattato lunedì 12, giorno delle dimissioni effettive. Da quel giorno è partito il tormentone: ritirerà le dimissioni o resterà dimissionario? In mezzo due manifestazioni dei suo fan, interviste e dichiarazioni sibillinne. A far capire che il ritiro poteva essere qualcosa in più di una “minaccia” la conferenza stampa convocata martedì 20 ottobre, all’indomani dell’audizione spontanea in procura. Una conferenza in cui il sindaco ha spiegato di non essere indagato e che quindi venivano meno i motivi delle sue dimissioni. “Mi sono dimesso per rispetto della magistratura e per presentarmi da cittadino normale davanti ai giudici”. La crisi da quel momento è diventata ufficialmente politica. E di qui la sfida al partito che prima lo monta e poi lo smonta. Amareggiati coloro che già si sentivano in campagna elettorale. Il Pd è seccato, ma nello stesso tempo compiaciuto perchè in fondo, e a ragion veduta, il centrodestra in caso di elezioni (che comunque potrebbero esserci) sarebbe in vantaggio in relazione a tutto il pandemonio istituzionale ed internazionale che la vicenda ha creato e sta creando. Vedremo.