Roma. “Se le ipotesi sulle variabili esogene nel complesso appaiono non distanti” dalle stime generali, “la dimensione dei rischi risulta significativa sull’economia italiana”. Così il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri in audizione davanti alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato a Palazzo Madama. “Anche se il quadro macro è più favorevole, la ripresa è ancora fragile e non priva di incertezze”, aggiunge. “Il quadro del governo appare in linea con le attese dei mercati”, che vedono nella “riduzione della spesa pubblica un fattore chiave per la sostenibilità delle scelte di bilancio”, sottolinea ancora il presidente della Corte dei Conti. La spending review, infatti, rileva, è “il più importante fattore di credibilità delle scelte di finanza pubblica”. Le prospettive di aumento del profilo del gettito fiscale “non appare esente da incertezze” perché “risente dell’andamento dell’economia”, spiega Squitieri sottolineando che “la dinamica tendenziale del gettito potrebbe risultare meno favorevole di quanto programmato”. Intanto, arrivano i dubbi, con relative richieste di chiarimento, sollevati dai tecnici di Camera e Senato: quanta spending review fare e cosa andare a tagliare; se e quante risorse dalla voluntary disclosure restano considerando quelle già impiegate con il Milleproroghe; l’impatto delle clausole di salvaguardia. Spending review. Il Governo nel Def sostiene che alla coperture delle misure elencate a sostegno delle imprese e delle famiglie e al miglioramento qualitativo della spesa contribuiranno “in misura prevalente la riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica”. Ma contemporaneamente indica per il 2016 “l’adozione di un profilo più graduale” rispetto alla quantificazione di aprile di una spending review da 10 miliardi, circa 0,6 punti di Pil. I tecnici dei due rami del Parlamento ritengono quindi che “sarebbe opportuno che tale affermazione fosse supportata da indicazioni qualitative e quantitative in ordine alla tipologia e all’entità delle misure di revisione della spesa e alla fonte delle ulteriori risorse necessarie al finanziamento complessivo delle misure descritte”.Voluntary disclosure. I tecnici ritengono che “sarebbe utile chiarire se la quota di risorse utilizzata” con il Milleproroghe “esaurisca o meno l’ammontare complessivo delle entrate che si stima di realizzare con la voluntary discolusure”. La stima di gettito indicata e’ di 671 milioni nel 2015 e 18 nel 2016. Clausole salvaguardia. Il governo dovrebbe chiarire le stime di gettito attese se entrassero in vigore le clausole di salvaguardia introdotte con le leggi di Stabilita’ 2014 e 2015. “Sarebbe utile acquisire un dettaglio delle clausole di salvaguardia cui la Nota fa effettivo riferimento”, spiegano i tecnici, anche se il governo è intenzionato a sterilizzarle.