Verona. Dopo un periodo di decremento e di stallo dei consumi nazionali di vino, nei primi quattro mesi del 2015 la situazione sembra essere virata verso il positivo. Il dato emerge dalle risposte delle oltre 400 aziende intervistate tra maggio e giugno da wine2wine, l’Osservatorio di Vinitaly, con più di un terzo di loro (36,5%) che ha dichiarato un aumento del fatturato sul mercato interno, anche di oltre il 16% (per il 10,4% del totale). Le aziende intervistate, distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale (17,5% Nord-Ovest, 35,4% Nord-Est, 31,7% Centro, 15,4% Sud e Isole) e tutte già espositrici di Vinitaly o partecipanti alla prima edizione di wine2wine nel dicembre 2015, vedono la vendita diretta in cantina come un’attività importante per farsi conoscere e per fidelizzare vecchi e nuovi clienti. La soddisfazione è particolarmente diffusa tra le cantine con produzioni comprese tra 100.000 e 1 milione di bottiglie (67,6%) e fatturati superiori ai 2 milioni di euro, ma in generale questo canale di vendita dà risultati positivi anche per le aziende con produzioni e fatturati più limitati. Se il primo quadrimestre di quest’anno è già stato buono, è prevedibile che l’estate porti ancora maggiori soddisfazioni alle cantine italiane, grazie al turismo del vino, sempre più praticato da enoapassionati provenienti da tutto il mondo. Si tratta di 3-5 milioni di persone l’anno e di un giro di affari di 4-5 miliardi di euro. La sfida è fidelizzare chi è entrato nella nostra cantina, mantenere il contatto facendolo diventare a sua volta un motore di promozione del nostro vino. Il grande alleato in questa sfida è internet, che se utilizzato con i giusti strumenti diventa spazio senza confini. La scelta è ampia: Facebook, Twitter, Google Plus se si vuole un contatto più interattivo, fatto di commenti da stimolare e a cui rispondere, mentre un blog permette di creare contenuti per intercettare le ricerche in rete degli enoappassionati. Le foto possono fare la differenza, perché sui social media catturano l’attenzione, oltre ad essere il fulcro della strategia che sta alla base di strumenti come Pintarest e Instagram. Con wine2wine, Vinitaly ha ampliato la sua gamma di servizi alle aziende, offrendo indagini di mercato ma anche approfondimenti sulle strategie più adatte per aiutare le aziende a vendere di più e meglio. Tra i consigli per utilizzare efficacemente questi strumenti, innanzitutto quello di riflettere sulle proprie reali possibilità, scegliendo solo il canale o i canali su cui possiamo impegnare soldi ma anche tempo per gestire le interazioni che si creano attorno a ciò che viene pubblicato. Si tratta di ottimizzare l’investimento, mentre il passo successivo è quello di individuare l’obiettivo concreto che si vuole raggiungere. Importante poi lavorare sulla qualità dei contenuti e in particolare delle immagini, per “catturare” letteralmente l’occhio del navigatore di internet: il principio è quello di raccontare per immagini, cioè mostrare quello che si fa in cantina o durante una qualsiasi delle proprie attività di produttore. Far parlare di sé in rete è una strategia che paga, per questo anche Vinitaly è social. Un’analisi commissionata a Socialmeter ha rilevato che nel periodo di manifestazione (tra metà marzo e prima settimana di aprile 2015) circa 13.000 user hanno utilizzato i social di Vinitaly o menzionato/parlato di Vinitaly sui loro (Fb, Twitter, Instagram), di questi 10.000 in Italia, 2.000 negli Usa, seguiti da Spagna, Russia e Francia. Gli ashtag Vinitaly e Vinitaly2015 sono stati menzionati oltre 16.000 volte, quasi 34.000 i tweet e più di 14.000 link con all’interno riferimenti o rimandi a Vinitaly, oltre a 3.700 immagini su Fb e Twitter con tag Vinitaly. Per ottenere questo risultato, grande è il lavoro di creazione dei contenuti e di interazione con gli utenti degli staff di comunicazione di Vinitaly, Vinitaly International e ufficio stampa di Veronafiere, menzionati rispettivamente 1.668, 557 e 399 volte.