La denuncia via mail di un funzionario della Cisl, Fausto Scandola, attraverso un mini-dossier spedito via mail e pubblicato da «Repubblica». Stando a quanto sostiene Scandola dalla Cisl vengono erogati stipendi che sfiorano anche i 300mila euro annui e superano quindi anche il tetto fissato dalla legge per i dirigenti pubblici (240mila euro). Scandola elenca anche nomi e cifre. Lo scorso settembre l’ex numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, aveva lasciato improvvisamente l’incarico proprio fra le polemiche sul suo stipendio. Si diceva infatti, che l’ex segretario si fosse aumentato lo stipendio per far lievitare la pensione.
Qui di seguito alcuni nomi e cifre pubblicati nella denuncia: Antonino Sorgi, presidente nazionale dell’Inas Cisl, nel 2014 si è portato a casa 256mila euro lordi: 77.969,71 euro di pensione, 100.123,00 euro di compenso Inas e 77.957,00 euro come compenso Inas immobiliare. Valeriano Canepari, ex presidente Caf Cisl Nazionale, nel 2013 ha messo insieme 97.170,00 euro di pensione, più 192.071,00 euro a capo della Usr Cisl Emilia Romagna: totale annuo, 289.241,00 euro. Ermenegildo Bonfanti, segretario generale nazionale Fnp Cisl, 225mila euro in un anno, di cui 143mila di pensione. Pierangelo Raineri, gran capo della Fisascat Cisl, 237 mila euro grazie anche ai gettoni di presenza in Enasarco, più moglie e figlio assunti in enti collegati alla stessa Cisl.
«L’organizzazione aveva bisogno di nuove regole e se le è date con il regolamento approvato il 9 luglio che entrerà pienamente in vigore il 30 settembre – commenta adesso la leader del sindacato Annamaria Furlan in un’intervista a «Repubblica» – escluse d’ora in poi le possibilità di cumulo delle indennità. Abbiamo imboccato la strada della trasparenza e la completeremo con l’assemblea di organizzazione di novembre».
Il caso dei maxi-stipendi anima il dibattito sul sindacato dentro il Pd. «Un sindacalista non può guadagnare più di Obama o del presidente della Repubblica. Chi si erge a difensore dei lavoratori non può predicare bene e razzolare male». È la reazione di Stefano Pedica del Pd. «È scandaloso che dei sindacalisti, il cui compito è quello di difendere lavoratori che non guadagnano più di mille euro, abbiano poi degli stipendi dieci volte superiore a quello di un normale tesserato – sottolinea Pedica -. Renzi ha ragione quando sottolinea l’urgenza della riforma e del cambiamento dei grandi sindacati. Se quanto è stato riferito sugli stipendi e le pensioni di alcuni sindacalisti della Cisl fosse vero, c’è da vergognarsi. A questo punto, mi auguro che i funzionari e leader di tutti i sindacati, a partire dalla Camusso e da Landini, diano il buon esempio pubblicando la loro busta paga». «Scandola racconta di un sindacato lontanissimo dal mondo reale – commenta il deputato Pd Andrea Romano- Sindacalisti che guadagnano fino a 10 volte tanto lo stipendio di un proprio iscritto hanno più di una difficoltà a rappresentare il mondo che dovrebbero difendere».
Sono 17.319 i sindacalisti che hanno beneficiato della norma contenuta nel decreto 564 del 1996, sulle cosiddette ‘pensioni d’oro’, norma che ha permesso a dirigenti e dipendenti sindacali di avere una pensione integrativa attraverso il pagamento anche di un solo mese di contributi integrativi da parte delle organizzazioni sindacali.
Il dato è emerso nella risposta data l’8 luglio dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti durante il question time alla Camera in risposta all’interrogazione presentata dal deputato di Scelta Civica Giulio Sottanelli.