Roma – Ieri mattina alla Protomoteca del Campidoglio, a Roma, il gruppo di lavoro «uffici stampa» del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha fatto il punto sulla situazione degli uffici pubblici, sulle carte deontologiche e sulle proposte di modifica della Legge 150.
Davanti a circa 300 giornalisti, abbiamo presentato le nostre idee per modificare o riformare la legge sulla comunicazione e l’informazione nella Pubblica amministrazione.
Questi i «paletti» che abbiamo fissato:
1) I profili professionali: la sfida, oggi, è l’uso degli strumenti del web 3.0, con l’esplosione della navigazione mobile, smartphone e tablet. L’addetto stampa deve, pertanto, imparare a usare i nuovi strumenti digitali, immagini, video, data journalism, infografiche, sia per trasmettere una notizia ai giornalisti sia per comunicare direttamente con il proprio pubblico di riferimento. Dobbiamo considerare il digitale non più come uno strumento tecnico, ma come un nuovo modo di fare giornalismo. Chi non si adegua rischia di essere fuori dal mercato. Su questo aspetto la competenza è della Fnsi, ma abbiamo voluto lanciare una proposta: cambiamo i profili per cambiare la Legge 150;
2) Separazione chiara tra attività di comunicazione e di informazione, di competenza esclusiva dei giornalisti;
3) Il portavoce, come l’addetto stampa, deve essere un giornalista. Per due motivi: innanzitutto per dare una maggiore garanzia ai lettori, perché se giornalista sarebbe sottoposto anche lui ai doveri deontologici e poi dare alla figura del portavoce un profilo europeo. Una riforma a costo zero da portare a Bruxelles per poter affermare che l’Italia segue i modelli dell’Unione europea;
4) Abolizione del cosiddetto «diritto di esclusiva» che impedisce a un addetto stampa pubblico di avere altre collaborazioni.
Nell’incontro di ieri abbiamo anche presentato due risultati concreti già portati a casa dal gruppo di lavoro. Il bando virtuoso per gli enti pubblici, innanzitutto. Una documento molto sintetico che fissa delle semplici regole per le Pubbliche amministrazioni che hanno la necessità di assumere, in forma stabile o a tempo determinato, un addetto stampa: iscrizione all’Albo dei giornalisti, senza distinzione tra pubblicisti e professionisti, presenza di un giornalista in commissione, competenze social, iscrizione Inpgi i principali contenuti del bando che, dopo l’estate, sarà sottoscritto dall’Anci e trasmesso a tutte le Pubbliche amministrazioni.
Abbiamo pensato anche ai privati con un ordine del giorno approvato dal Cnog che impegna le associazioni di categoria che lo firmano ad avere nei loro uffici stampa almeno un giornalista, pubblicista o professionista. Al momento hanno aderito o hanno espresso il loro interesse l’Unione Artigiani della Provincia di Milano e Monza Brianza, Confindustria e Unioncamere.
Su questi temi si apre il confronto. Scrivete le vostre idee, opinioni e considerazioni sulla pagina Facebook del gruppo oppure sul tweetwally creato per l’occasione usando l’hastag #nuova150 http://
(Walter Todaro)