Roma – Certo che Ettore Scola, Nino Manfredi ed i protagonisti di questo film del 1976 che è diventato un cult del cinema italiano non potevano certo immaginare che la colonna sonora di Armando Trovaioli, potesse tornare in auge nel terzo millennio avanzato.
Al centro del film sono la periferia romana dei primi anni settanta e le sue baraccopoli, raccontate impietosamente con tutte le loro miserie, morali e materiali. Anticonforsmismo, povertà, libertà, rapporti difficili raccontati con ironia ma anche con un duro realismo che fornisce uno spaccato di vita autentica e fin troppo raccontata nei suoi particolari. E l’italiano medio vole annà ndò je pare, come racconta la Schola Cantorum nel brano che parimenti è un cult ironico di quel periodo.
Il film fu vincitore del premio per la miglior regia al 29º Festival di Cannes. La critica è concorde nel riconoscere la grande interpretazione di Nino Manfredi, che ha saputo delineare il personaggio di Giacinto “con straordinaria misura e sottigliezza”.
E immaginiamo queste famiglie, baraccate e loculizzate in casa ai tempi dell’emergenza Covid.
Ebbene gli italiani, brutti, sporchi e cattivi vonno annà ndò je pare e nun ce vonno manco annà da soli … viè pure te… recita la canzone…. vuole andare in trattoria a strafogarsi.
Non sanno stare composti in casa e senza lavorare questi italiani indisciplinati, che vogliono andare a buttare l’immondizia, e perfino a fare “runner”, ossia a core sotto casa perchè de più lontano nun sè pò.
E pure pe vedè i congiunti, l’italiano vole fa come je pare, certi nu li vole vedè e certartri sì. E mo dar 18 maggio potemo annà n’do ce pare dentro la regione, e dar 3 giugno potemo annà da l’amici e fa come ce pare. Ma a debita distanza , co le pezze mbocca… e pure ar culo direbbe er grande Nino Manfredi.
Gli italiani Casalì sò brutti, sporchi e cattivi e vonno annà ndò je pare!
(Manfredi De Andrade)
invito all’ascolto
(Pubblicazione ironica a caratterizzazione sperimentale)