Un clima incandescente quello degli ultimi tempi in Italia, che si fa ancor più pesante in prossimità delle elezioni politiche. Manifestazioni e cortei che, immancabilmente, sfociano in scontri di piazza che riportano alla memoria anni difficili che credevamo ormai superati, tra opposte fazioni politiche, tra pochi e dannosi facinorosi che non si fanno scrupolo di aggredire, strattonare, minacciare, sputare e sbeffeggiare chi indossa una divisa.
E allora eccola la “mejo gioventù” radical chic incappucciata, armata di bastoni, molotov e l’immancabile smartphone a riprendere, puntualmente, la manganellata giusta al momento giusto, per poter poi ergersi a vittime degli sbirri infami.
Perché questa la colpa: indossare una divisa. Perché non importa contro chi o cosa sto manifestando in modo incivile, distruggendo una città e tutto ciò che trovo lungo il mio cammino: la colpa è sempre degli sbirri!
Ma non tutti sanno quanti e quali i sacrifici di tanti nostri uomini e donne per poter onorare quella divisa, a volte un po’ stretta, in cambio di poche gratificazioni lavorative conquistate col sudore. Non lo comprende chi non vive a contatto con la vita vera, col territorio e i problemi della gente comune, come solo i nostri militari fanno, tutelando chi ha diritto a manifestare pacificamente il proprio pensiero, di qualsiasi colore esso sia e rappresentare lo Stato, quello stesso Stato che non li rappresenta se non da morti, con una medaglia di latta.
Quello Stato pronto ad ad aprire provvedimenti disciplinari e giudiziari contro un tutore della stessa legge che lui ha emanato.
Quello Stato che dovrebbe scendere in piazza, mescolarsi alla gente e respirare l’angoscia di chi ha perso la speranza, un lavoro e con esso la dignità. Dovrebbe schiodarsi da troni e scranni e vivere per un giorno una vita senza privilegi e concessioni, senza corsie preferenziali a sirene spiegate e tutelare quei servitori fedeli che ogni giorno lo tutelano.
Uomini e donne militari, carabinieri, poliziotti e finanzieri che, pur avendo i nostri stessi problemi, sono nel mezzo tra noi e i potenti, costretti a difenderli a costo della vita da un popolo che vorrebbe solo la vera democrazia che si è scelto e per cui altri, tanto tempo fa, sono morti.
Alessandra D’Andrea