Redazione Economia e finanza – I dati ufficiali non lasciano dubbi, nell’ultimo trimestre 2018 c’è una flessione per le aperture di partite Iva. Su questo argomento interviene il commercialista Lamberto Mattei founder dello Studio Associato Sarcc di Roma: “assistiamo ogni giorno ad un calo di iniziative imprenditoriali e stiamo procedendo con l’Associazione del Popolo delle Partite Iva a monitorare la situazione costantemente al fine di fornire assistenza, soluzioni alle gravi problematiche che sono putroppo correnti ogni giorno”.
Approfondimento:
Nel quarto trimestre del 2018 sono state aperte 103.720 nuove partite Iva ed in confronto al
corrispondente periodo dell’anno precedente si registra una leggera flessione (-0,4%).
La distribuzione per natura giuridica mostra che il 63,7% delle nuove aperture di partita Iva è stato
operato da persone fisiche, il 29,4% da società di capitali, il 5,2% da società di persone; la quota dei
“non residenti” ed “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente circa l’1,8% del totale
delle nuove aperture. Rispetto al quarto trimestre del 2017, il calo ha coinvolto tutte le principali
figure giuridiche: le persone fisiche (-0,2%), le società di capitali (-2,2%), e le società di persone (-
4,4%); da segnalare il considerevole aumento di aperture da parte di soggetti non residenti,
concentrate in particolare nell’attività di commercio elettronico.
Riguardo alla ripartizione territoriale, il 43,3% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il
22,3% al Centro e il 34,4% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente
evidenzia che i principali incrementi di avviamenti sono avvenuti in Sardegna e Calabria (+16%) e
in Valle d’Aosta (+6,6%); le diminuzioni più sensibili in Umbria (-15,7%), nelle Marche (-14,2%) e
in Abruzzo (-10,7%).
In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio, come di consueto, registra il
maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 23,2% del totale, seguito dalle attività
professionali (11,7%) e dall’agricoltura (11,3%). Rispetto al quarto trimestre del 2017, tra i settori
principali i maggiori aumenti si notano nella sanità (+9,3%), nelle attività finanziarie (+4,7%) e in
quelle immobiliari ed artistiche (entrambe +3,3%). Le flessioni più significative, invece, riguardano
le attività manifatturiere (-6,2%), i servizi alle imprese (-3%) e l’alloggio e ristorazione (-2,9%).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità, con le
aperture operate da maschi che rappresentano circa al 63% del totale. Il 45,2% delle nuove aperture
è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 33,3% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50
anni. Rispetto al corrispondente periodo del 2017, l’incremento maggiore si rileva nella classe più
giovane (+4,5%), mentre nelle altre fasce di età si assiste ad una riduzione, in particolare per la
classe di età più anziana (-8,8%).
Analizzando il Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che il 20,6% delle aperture è operato da
un soggetto nato all’estero.
Nel periodo in esame 32.919 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari al 31,7% del totale
delle nuove aperture, con un aumento dell’11,5% di adesioni rispetto allo stesso periodo dell’anno
2017.
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