Redazione – Ecco la cronistoria delle giornate e delle ore che hanno portato alla decisione di Strada dei Parchi di dare uno stop agli aumenti autorizzati dal Ministero. E la mossa in extremis di Toninelli.
Dal 1 gennaio di quest’anno su A24 e A25 si applicano tariffe addirittura minori di quelle entrate in vigore il 1 gennaio 2018. Come è stato possibile arrivare a ciò? Di chi è il merito?
La sterilizzazione delle tariffe autostradali per A24 e A25 ha una lunga storia. Strada dei Parchi (SdP) ha sempre sostenuto che le tariffe su A24 e A25 potrebbero essere più attente agli interessi degli utenti e dell’economia dei territori interessati solo con l’approvazione da parte del Governo di un nuovo Piano Economico Finanziario (PEF), che definisca un nuovo rapporto concessorio tra lo Stato e SdP.
Strada dei Parchi nel 2001 ha vinto con gara europea, dunque nessun regalo le è stato fatto, la concessione per la gestionesino al 2030 delle uniche 2 autostrade che nel Centro Italia uniscono le sponde dell’Adriatico con quelle del Tirreno. Le uniche due infrastrutture che collegano l’Abruzzo, i suoi abitanti, le sue aziende, le sue aree turistiche, in tempi rapidi, con Roma, la costa Adriatica e l’intero Paese. Le uniche 2 opere definite “strategiche ai fini della Protezione Civile” a livello Nazionale.
Sino ad oggi SdP ha versato allo Stato e ad Anas, la somma di 1 miliardo e 100 milioni di euro circa, nonostante esista una Legge del 2012 che stabilisce che il concedente sia il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT) e non più l’Anas (su questo tema si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale).
A seguito della Legge che ha imposto la classificazione di A24 e A25 quali infrastrutture “strategiche ai fini della Protezione Civile” (Legge 228 del 2012), unico caso in Italia, devono essere realizzati interventi per la loro messa in regola secondo le nuove norme antisismiche decise dopo il terremoto del 2009.
Trattandosi chiaramente di interventi non previsti nel bando di gara del 2001, si rende necessaria dunque l’approvazione del nuovo PEF da parte del Governo per consentire a SdP di realizzare gli interventi di messa in sicurezza.
Da 6 anni si discute di ciò ma su un punto SdP è sempre stata chiara: l’approvazione del nuovo PEF deve costituire l’occasione per ridisegnare l’andamento futuro delle nuove tariffe e favorire l’utenza in aeree duramente provate dalla crisi economica prima e dai terremoti poi (2009, 2016, 2017).
Ecco perché diciamo che la discussione sulle tariffe ha una lunga storia e si potrà dire definitivamente conclusa solo con l’approvazione del nuovo PEF da parte del Governo, superando così le ansie e gli scontri che sul tema si sono finora consumati ogni anno a dicembre.
Merita intanto di essere conosciuta la vera storia di come si sia arrivati, negli ultimi mesi del vecchio anno, al blocco temporaneo degli aumenti delle tariffe su A24 e A25 per il 2019. Chi siano stati gli autori responsabili di una scelta che vuole dare ancora tempo per il 2019 allo Stato di giungere, 7 anni dopo l’approvazione della Legge 228, 10 anni dopo il terremoto dell’Aquila mentre di nuovo la terra è tornata a tremare alle 19,37 del 1 gennaio scorso, ad approvare la riscrittura di un nuovo contatto con SdP che metta a norma antisismica le autostrade, nel rispetto degli interessi dei territori serviti da tali infrastrutture.
Dopo l’aumento del 12,89% di inizio 2018, conseguenza del blocco nei 3 anni precedenti imposto dai Governi passati agli aumenti tariffari dovuti per contratto, ci sono state molte proteste sui territori. SdP, accogliendo una richiesta pervenuta in tal senso anche dal Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, ha deciso di avviare autonomamente un’iniziativa capace di sbloccare una situazione di incertezza, dunque dannosa, sia per l’utenza che per la stessa Società.
Ricostruzione di come sono andati i fatti
L’iniziativa per la “sterilizzazione” degli aumenti delle tariffe autostradali di A24 e A25 parte da SdP attraverso i primi contatti di settembre 2018 con il MIT.
• 1 ottobre 2018 dopo una serie di incontri tra i vertici di Strada dei Parchi e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) si raggiunge una prima intesa:
– Strada dei Parchi sulla base della convenzione applicherà uno “sconto commerciale” sulle tariffe. Così dal 1 ottobre 2018, su A24 e A25, sono tornati in vigore le tariffe del 2017, con una riduzione per gli utenti del 12,89%.
– Il MIT intanto si impegna ad arrivare, entro la fine del 2018, ad una definizione del nuovo PEF per A24 e A25, che ormai manca da 5 anni.
• 15 ottobre 2018 SdP invia al MIT la richiesta di aggiornamento delle tariffe per il 2019. Il MIT, da contratto, deve avviare un’istruttoria per verificare i dati trasmessi e determinare gli adeguamenti tariffari per l’anno successivo. Procedura che riguarda ovviamente tutte e 26 le concessionarie italiane.
Passano le settimane ed i mesi ma dal MIT non giungono segnali circa la volontà del Governo di arrivare entro la fine del 2018 ad una definizione del nuovo Piano Economico Finanziario.
• 2 dicembre 2018 – Sul sito web di Strada dei Parchi viene pubblicato un conteggio alla rovescia per ricordare il tempo mancante alla fine del 2018 e dunque degli sconti. Ma bisogna attendere ancora 20 giorni perché dal MIT arrivi un segnale di consapevolezza riguardo al rischio che dal 1 gennaio 2019 su A24 e A25 venga applicata una nuova tariffa di sicuro penalizzante per l’utenza.
• 21 dicembre 2018, ore 9 – al MIT i vertici di SdP incontrano il Dr. Felice Morisco, Vice Direttore della “Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali – Div7 – Analisi economico – finanziarie e aggiornamento o revisione del piano economico finanziario”. Con lui c’è anche un rappresentante del Gabinetto del Ministro Toninelli. I rappresentanti ministeriali si limitano unicamente a chiedere ai vertici di SdP di estendere per un tempo indefinito nel nuovo anno gli sconti applicati in via autonoma dalla concessionaria a partire da ottobre e non applicare il nuovo incremento (circa il 5,6%), che il MIT intende riconoscere a SdP per il 2019. Nessuna garanzia viene data circa i tempi per l’approvazione del nuovo PEF così come non vengono date garanzie per il recupero dei mancati incassi (circa 35 milioni di euro) sofferti da parte di SdP a causa del blocco delle tariffe imposto dal Governo negli anni 2015, 2016, 2017. Mancati ricavi che hanno condannato la Società a chiudere i propri bilanci in perdita. A SdP viene nuovamente chiesto di “non fare aumenti” a prescindere dal riconoscimento per decreto dei diritti nel frattempo acquisiti. La trattativa si blocca. Ma i tempi per trovare una soluzione sono ristretti e la scadenza del 31 dicembre incombe.
• 21 dicembre 2018 ore 19 – Il Gabinetto del MIT decide di riconvocare i vertici di SDP. Nel corso di questo incontro si arrivano a definire dei punti fermi:
– per un congelamento delle tariffe non si può chiedere un nuovo sacrificio solo alla concessionaria.
– Il Capo di Gabinetto Prof. Scaccia annuncia che è stato trasmesso il nuovo PEF all’Unione Europea con una comunicazione di pre-notifica.
– Il Capo di Gabinetto Prof. Scaccia accoglie anche la proposta di verificare, come suggerito da SdP, la possibilità di utilizzare due delle rate Anas ( per un valore totale di 112 milioni di €) che annualmente SdP versa alla stessa Azienda nonostante rimangano aperte le problematiche sulla titolarità delle stesse, per superare il problema dell’aumento tariffario concesso nel 2018. In tal senso il MIT, considerata la rilevanza sociale che l’accordo rivestirebbe, si dice disponibile ad intervenire, quale soggetto vigilante su Anas, per favorire la necessaria intesa.
• 24 dicembre 2018 – Il MIT interviene sull’Anas e sul suo azionista Ferrovie spa per dare impulso alla soluzione dell’utilizzo di due rate per sterilizzare le tariffe di A24 e A25.
• 27 dicembre 2018 – SDP incontra nella mattinata i vertici di ANAS che sarebbero disposti ad accogliere la soluzione prospettata dal MIT, utilizzare le rate 2017 e 2018 che SdP dovrebbe versare, per bloccare l’aumento delle tariffe per l’anno 2019.
In un nuovo incontro che si svolge nel pomeriggio , presenti l’AD Massimo Simonini e l’Avvocato Claudia Richetti, responsabile dell’ufficio legale di Anas, viene però riproposta la questione del tasso del 6% da applicare per il posticipo del pagamento delle rate 2017 e 2018. A tal fine ANAS si riserva di convocare il proprio CdA per il 31/12/2018, e deliberare in merito.
• 28 dicembre 2018 – La mattina SdP incontra nuovamente, nella loro sede, i vertici Anas. L’AD di ANAS Massimo Simonini ed il Dr. Giuseppe Saponaro dicono sì all’uso di due rate pagate da SDP per il prezzo della concessione, ma solo a condizione che si applichi un interesse annuale del 6 % e non il tasso legale usato in passato. Tradotto in cifre: l’applicazione di un tasso così alto all’operazione significa un maggior costo pari a 73 milioni di euro. Una condizione che i vertici di SDP definiscono inaccettabile. Non solo per i costi evidenti sulla gestione della Concessionaria, ma per il fatto che le rate, già gravate da un interesse molto alto, finirebbero per sommare un altro tasso esoso.
• In serata nuovo incontro in cui viene coinvolto anche il Capo di Gabinetto del MIT Prof. Gino Scaccia, il quale, sentito il Ministro Toninelli, si impegna a risolvere il problema imponendo ad ANAS, con apposita Norma, da inserire nella prima Legge utile sottoposta al vaglio del Parlamento, l’applicazione del tasso legale di interesse sul posticipo di pagamento delle rate Anas.
• 29 dicembre 2018 – Strada dei Parchi con una lettera di denuncia delle assurde pretese ANAS, invita il Ministro Toninelli ad intervenire sulla stessa Anas affinché si superi l’ostacolo degli interessi del 6% che impedisce l’accordo per il congelamento delle tariffe.
• 31 dicembre 2018 ¬– I vertici di Strada dei Parchi convocati dal Ministero iniziano alle ore 9 il confronto con il Dr. Felice Morisco della Direzione per la Vigilanza sulle Concessioni Autostradali (DGVCA), in attesa delle decisioni finali del Consiglio di Amministrazione Anas, convocato per la stessa mattinata.
Ore 10 – Si riunisce il CdA di Anas.
Ore 13,30 – Il presidente di ANAS Dr. Claudio Andrea Gemme e l’Ing. Massimo Simonini AD di Anas, raggiungono al MIT i vertici di SdP e ribadiscono la posizione della società pubblica rispetto all’utilizzo delle rate Anas, da considerarsi un prestito a cui intendono applicare un tasso d’interesse del 6%.
Ore 16 – Preso atto dell’atteggiamento di chiusura di ANAS e della incapacità del MIT, soggetto vigilante su ANAS, di imporre una posizione che non faccia pagare agli utenti delle autostrade “esosi interessi sugli interessi”, con decisione autonoma e in segno di responsabilità, il Consiglio di Amministrazione di Strada dei Parchi su impulso del suo azionista, annuncia che non applicherà gli aumenti dei pedaggi.
Ore 17 – Prima con un post del Ministro Toninelli sulla propria pagina Facebook e poi nelle ore successive con una comunicazione formale, viene diffuso il contenuto del DI sottoscritto dai due Ministri Toninelli (MIT) e Tria (MEF). Nel testo viene previsto un aumento delle tariffe del 5,6% su A24 e A25 per il 2019 e annunciato un congelamento di tali aumenti fino al 30 giugno prossimo.
Ore 21,17 – Con una Nota certificata indirizzata a Strada dei Parchi il MIT comunica il contenuto del Decreto n. 589 che annuncia il riconoscimento dell’incremento tariffario del 5,6% per il 2019, il congelamento per sei mesi degli incrementi tariffari 2018 e 2019 rinviando al nuovo Piano Economico e Finanziario l’onere di sostenere questa decisione.
• 2 gennaio 2019 Nella serata Anas con un comunicato stampa sostiene di essere “disposta” a venire incontro alle richieste del Ministero ma ribadisce che non può derogare dall’applicazione del tasso del 6%, specificando che: “L’applicazione del tasso legale, come richiesto da Strada dei Parchi, oltre a danneggiare il bilancio di Anas con il rischio di ridurne l’impegno nella manutenzione programmata della propria rete, fornirebbe un indebito vantaggio concorrenziale per la stessa società Strada dei Parchi, che si finanzierebbe ad un tasso assai più vantaggioso di quello di mercato”. ANAS nel suo comunicato dimentica di ricordare come sia pendente una richiesta del Tribunale di Roma davanti alla Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi, definitivamente, circa la titolarità delle rate.
Dal 2012, infattiAnas ha perso il ruolo di Concedente, ruolo che il Parlamento da allora ha assegnato al MIT.
• 4 gennaio 2019 Il Ministro Toninelli, in una serie di interviste giornalistiche, difende la scelta di ANAS di imporre un tasso del 6% al posticipo del pagamento delle rate dovute da SdP, con aggravio di un’ulteriore costo di 73 milioni di euro per l’utenza, dimenticando gli impegni assunti tramite il suo capo di Gabinetto.
Leggendo la cronistoria dei fatti accaduti si può concludere che, senza la determinazione di SdP, che ha portato il MIT ad affrontare il rischio aumenti tariffari per il 2019, suggerendo anche la soluzione transitoria dell’uso delle rate dovute all’ANAS, e senza la disponibilità della stessa SdP che ha anticipatamente rinunciato, senza conoscere le intenzioni del MIT, ad applicare qualsiasi aumento di tariffe, gli utenti di A24 e A25 ora pagherebbero tariffe certamente molto più care dello scorso anno.