Cercando sempre leale sintonia con il governo e il Parlamento, Luigi Einaudi si servi’ in pieno delle prerogative attribuite al suo ufficio ogni volta che lo ritenne necessario“. Cosi’ il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento a Dogliani per i 70 anni dal giuramento da presidente della Repubblica di Luigi Einaudi. Mattarella ha ricordato alcuni passaggi essenziali della presidenza Einaudi e del pensiero dello statista piemontese.
Quella di Einaudi, ha aggiunto Mattarella, fu “una presidenza tutt’altro che ‘notarile‘”. Ed “illuminante” da questo punto di vista fu il caso “del potere di nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri, dopo le elezioni del 1953 per la quale non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Dc”.
Il Capo dello stato ha ricordato inoltre che “Einaudi rinvio’ due leggi approvate dal Parlamento, perche’ comportavano aumenti di spesa senza copertura finanziaria, in violazione dell’articolo 81 della Costituzione”.
Einaudi, ha detto Mattarella, “aveva ben chiaro all’inizio della sua esperienza da presidente della Repubblica di vivere una esperienza senza precedenti: essere il moderatore dell’avvio della vita dell’Italia repubblicana. Con la discrezione e la fermezza che lo caratterizzavano diede vita a un dialogo di permanente leale collaborazione istituzionale, proponendo una penetrante ‘moral suasion’ nei rapporti con il governo, a partire dall’esercizio del potere previsto all’art. 87 della Costituzione, che regola la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa governativa”. (dire)