Una storia realmente accaduta
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
Stamani ti ho sognato, eri piccola, mi sorridevi e cercavi le mie braccia pensando che io fossi tuo padre. Tu non hai mai avuto modo di conoscermi, il destino non ha voluto che questo accadesse, e non sai neppure che io sono tuo fratello minore, perché me ne stavo nella pancia di nostra madre quando tu te ne andasti per sempre da questo mondo.
Oggi sono quarantasei anni da quella fatalità. Era il 23 aprile del 1972, in una giornata primaverile, subito dopo la Santa Pasqua, Francesca, una bambina di appena quattro anni, fu investita in pieno mentre attraversava la strada con il suo papà, da un’auto che correva a forte velocità guidata da un giovane ventiduenne in stato di ebbrezza per un eccessivo assorbimento di alcolici o di stupefacenti. Il giovane giungeva con la sua auto non curandosi del divieto di transito presente in quella via. La polizia non volle mai indagare sul fatto, si limitò a sospendergli la patente di guida per trenta giorni dalla data dell’incidente, come se nulla fosse mai accaduto. In seguito, da uomo libero, volle dimenticare la circostanza creandosi una famiglia e nascondendo ai suoi figli di aver provocato la morte di una bambina di appena quattro anni.
Quella mattina la piccola Francesca non voleva abbandonare il letto, piangeva come una disperata quasi sapessi la sorte del suo tragico destino. Poi, fortuitamente, è bastata la telefonata della cuginetta per convincersi che fuori il sole era alto e in cielo attendevano una stella per illuminare il prosieguo di altri bambini su questa terra. Quella stella era la piccola Francesca, una bambina di quattro anni con tanta vita davanti, così credevano i suoi genitori.
Due giorni dopo l’incidente la bambina fece ritorno a casa, la sua casa, ad occhi chiusi nel silenzio di un lungo cammino da lei non voluto, adagiata su un letto carico di fiori e lacrime, quelle lacrime versate dalla madre che voleva abbracciare la sua bambina per l’ultima volta. Francesca fu vestita con l’abito di ballerina, lo stesso abito che indossava tutti i giorni improvvisando balletti di danza classica creati da lei. Adesso, Francesca, se ne sta lassù, sotto la luce delle stelle aspettando di esibirsi dopo il suo risveglio dal lungo sonno.
Lo scorso 28 ottobre 2015, con un numero schiacciante, 276 deputati favorevoli e solo 20 contrari, la Camera ha approvato il DDL sul reato di Omicidio Stradale e Lesioni Personali Stradali. Non è una vendetta dei familiari delle vittime, semmai un modo per avere giustizia.