Redazione esteri – Mentre molti paesi del mondo festeggiano l’inizio del nuovo anno, le notizie che arrivano dall’ Iran non sono certo positive. Stando alle ultime indiscrezioni sarebbero infatti sei le vittime tra i manifestanti che sono scesi in piazza negli ultimi tre giorni per le proteste contro il carovita in diverse città iraniane. I morti sarebbero segnalati a Doraud, nella provincia di Loerstan, dove sono segnalate altre diverse persone ferite dopo che la Guardia Rivoluzionaria ha sparato per disperdere una manifestazione. Anche a Teheran molti studenti sono scesi per strada a manifestare nei pressi dell’università dove sono stati bruciati ritratti della Guida suprema, Ali Khamenei. Secondo le immagini che circolano sui “ sociali”, i contestatori hanno attaccano un edificio pubblico a Teheran, rovesciato un’auto della polizia e bruciato la bandiera iraniana.I sostenitori del regime, però, hanno organizzato delle contro manifestazioni per esprimere sostegno all’attuale governo e al presidente Hassan Rohani. Il governo dell’ Iran ha bloccatositi internete ed altri social come Telegram e Instagram che sono tra i più diffusi “ social” nazionali, così come Amadnews, altro strumento di comunicazione sociale molto utilizzato e accusato dalle autorità di incoraggiare la “rivolta armata”. Il Presidente Rohani ha riconosciuto pubblicamente il diritto di protesta, ma nel contempo però non sembra esserci alcun dialogo e la situazione è veramente difficile.
Durante gli scontri nel centro di Teheran sono state interrotte le linee dei telefoni cellulari e i collegamenti Internet sono stati fortemente rallentati. Ai giornalisti di media stranieri e’ fatto divieto di coprire direttamente le manifestazioni non autorizzate, e cosi’ e’ stato anche oggi, quando si sono dovuti affidare a racconti di testimoni e a notizie di siti dell’opposizione. I capi dell’opposizione, Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi, avevano chiesto al ministero dell’Interno il permesso di organizzare una manifestazione a sostegno dei movimenti di protesta nei Paesi arabi, 14 mesi dopo la fine dei grandi raduni contro la rielezione alla presidenza di Mahmud Ahmadinejad, che erano stati repressi con un bilancio di decine di morti e migliaia di arresti. Nonostante il rifiuto dell’autorizzazione, negli ultimi giorni su Internet si erano moltiplicati i messaggi di adesione all’iniziativa da gruppi riformisti e dell’opposizione. Tra questi, quello delle ‘Madri in lutto’ di giovani uccisi nelle manifestazioni di un anno e mezzo fa. Sui muri di Teheran erano comparse scritte che invitavano la popolazione a scendere in piazza, mentre ieri sera dalle terrazze di diversi quartieri si erano alzate le grida di ‘Allah Akbar’ (Dio e’ grande), come durante le proteste del 2009. Nella mattinata di ieri il sito Kaleme aveva diffuso la notizia che anche Mussavi, come giovedi’ scorso Karrubi, era stato posto in isolamento nella sua abitazione e che le sue linee telefoniche erano state interrotte.
Ma nemmeno questo e’ bastato per impedire ai loro sostenitori, tra cui molte giovani donne, di tornare a manifestare. Il primo segnale della tensione che andava montando si e’ avuto in mattinata, quando un giovane e’ salito su una gru sulla centrale Via Beheshti con una banda verde sulla testa e una bandiera verde, mostrando le fotografie di due ragazzi. Secondo alcuni siti, si trattava di due uccisi nelle manifestazioni del 2009. Il ragazzo, che minacciava di gettarsi nel vuoto, e’ stato convinto a scendere ed e’ stato arrestato.