Il Presidente Pietro Grasso ha rassegnato le dimissioni dal Gruppo del Partito Democratico e, ai sensi del regolamento, sarà iscritto d’ufficio al Gruppo Misto del Senato. La notizia è stata sicuramente inaspettata ed imprevedibile in casa Pd, ed è stato lo stesso Grasso ad informare per le vie telefoniche il presidente del Gruppo parlamentare del Partito Democratico al Senato Luigi Zanda. “Mi ha detto -ha spiegato Zanda – che se non fosse stato Presidente del Senato e avesse dovuto votare, non avrebbe votato né la legge, né la fiducia sugli articoli. Peccato. Le sue dimissioni vengono dopo una lunga collaborazione. Qualche mese fa anche io avevo insistito con Pietro Grasso perché si candidasse alla Presidenza della regione Sicilia. La settimana scorsa gli avevo chiesto a nome del partito di candidarsi in un collegio da lui scelto alle prossime elezioni politiche. Mi ha detto che doveva pensarci, ma non ho mai avuto l’impressione di una sua distanza dal Pd. Mi ha fatto piacere che Pietro Grasso mi abbia detto che i nostri buoni rapporti personali continueranno ad essere tali”, aggiunge Zanda. Una decisione che giunge al termine dell’approvazione del Rosatellum legge elettorale sui quali contenuti lo stesso presidente del Senato non sarebbe stato in linea.
Il commento editoriale
Un fulmine a ciel sereno? Beh diremmo proprio di no. Probabilmente è iniziata già la fase pre-legislatura adveniente, ed il Pd finge una sorpresa che non c’è. Con le elezioni 2018 e a Rosatellum approvato si decide il nuovo assetto di governo, e bloccate le strillonerie grilline ora i partiti maggiori andranno ciascuno per la propria strada, tenendo conto che comunque dovranno collaborare. La figura di Grasso è sicuramente una delle più papabili per la futura presidenza della Repubblica post Mattarella. E’ l’uomo giusto. Ecce homo. Anche perchè se così non fosse, una figura di spicco come la sua, ai massimi vertici dello Stato non prende certo decisioni davanti al camino di casa consultandosi con sua moglie. E dunque lo stesso Grasso avrebbe potuto manifestare il suo disaccordo prima, e non di certo dovendo attendere comunque la conclusione dell’iter sulla fiducia del governo posta sulla legge Rosatellum. Ed un partito come il Pd sarebbe già insorto se fosse stato colto di sorpresa… chiedendogli le dimissioni da presidente del Senato, visto che quella carica non è certo arrivata da banchi del gruppo misto o caduta dal cielo. Ma queste però sono ben altre considerazioni. Ora Grasso sarà il presidente del Senato garante, in quota ad un gruppo diverso da quello che lo ha individuato. I rapporti resteranno sicuramente buoni, come annunciato sopra. Ed in fondo è bene che sia così… la scalata al Quirinale è iniziata e sicuramente è la figura giusta che può mettere d’accordo centro destra e centrosinistra. E qualche voto grillino potrebbe anche arrivare con questa mossa, semprechè non vi siano altri accadimenti e strillonerie varie. Ovviamente la nostra sarà anche fantascienza… ma in politica mai dire mai… e siamo sempre di fronte all’arte del possibile.