Nella Pubblica Amministrazione ci sono mezzo milione di precari. E’ uno dei dati pubblicati dall’Istat sui primi risultati del censimento delle istituzioni pubbliche.
Si rilevano così informazioni statistiche su circa 13mila istituzioni, attive al 31 dicembre 2015, oltre 100mila unità locali e oltre 3 milioni di dipendenti.
In particolare i lavoratori della P.A. sono circa 3,5 milioni. Oltre la metà dei lavoratori statali sono donne, ma restano ancora poche quelle che ricoprono le posizioni più alte. La presenza femminile è pari infatti al 56% ma negli organi di vertice è al 14,4%. “Al 31 dicembre 2015 sono attive 12.874 istituzioni pubbliche che impiegano 3.305.313 lavoratori dipendenti, di cui 293.804 a tempo determinato, pari all’8,4%, e 173.558 non dipendenti (collaboratori, altri atipici e lavoratori temporanei)”, spiega l’Istat. Quindi in tutto tra contratti a termine ed atipici nella P.a. ci sono 467.362 lavoratori precari.
In termini di dipendenti, a fronte di una diminuzione media nazionale dell’1,1%, a livello di ripartizione si registrano ampie flessioni nelle Isole (-4,1%, pari a circa 15mila unità in meno) e nelle regioni del Centro (-2,4%, pari a circa 15mila); l’unica ripartizione che mostra un incremento di dipendenti è quella nord-orientale (+1,3%, pari a circa 7mila unità in più).
A livello regionale, si ha un calo rilevante nel Molise (-8,0%) e in Sicilia (-5,5%); di contro variazioni positive si registrano, tra le altre, in Veneto (+2,9%) e Lombardia (+1,4%)4.
Nell’analisi sulla dinamica che va dal 2011 al 2015 del personale occupato dalle Istituzioni pubbliche in base al tipo di rapporto di lavoro, oltre alla diminuzione degli occupati dipendenti di circa 32mila unità, si nota un aumento del numero di collaboratori (+43mila circa) e di lavoratori temporanei (circa mille in più). Una diminuzione significativa si rileva per i volontari, passati da circa 69mila a circa 47mila.
L’Istat rileva anche che “le dinamiche per forma giuridica risentono in misura rilevante dei cambiamenti normativi intervenuti tra il 2011 e il 2015; per questa ragione, visto che le variazioni più rilevanti si sono avute per gli Enti con competenza territoriale, si presentano anche dati consolidati per Regioni ed Enti locali (definiti come Enti territoriali)”.
Verificando il rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione residente, il valore nazionale è in lieve diminuzione tra il 2011 e il 2015, passando da 4,8 a 4,6 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti.
I valori più elevati si hanno per la Regione Valle d’Aosta e per le Province autonome di Trento e Bolzano (le uniche con più 7 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti).
“L’analisi per attività economica prevalente delle Unità Locali evidenzia una riduzione complessiva di circa 3mila unità locali (-2,7%). Per le attività proprie del settore economico della PA e della Sanità si rilevano flessioni più intense (rispettivamente -5,7% e -3,6%)”.
A livello occupazionale nella PA si registra un calo dell’8% (circa 65mila dipendenti in meno) e un aumento dell’11,9% del personale non dipendente (oltre 4mila occupati in più).
Nel settore dell’Istruzione, a fronte di una sostanziale, si registra un aumento di occupazione pari all’1,1% (+13mila unità) per quella dipendente e del 37,8% per quella non dipendente (oltre 17mila unità in più).