Anche questa volta dietro lo scontro frontale tra due treni in Puglia, avvenuto, la sera del 13 giugno, ci sono un errore umano e un binario unico, così come avvenne quasi un anno fa, il 12 luglio 2016, tra Andria e Corato: 23 morti e 50 feriti nell’incidente della Ferrotramviaria.
La collisione del 13 giugno si è verificata tra San Donato di Lecce e la frazione di Galugnano e ha riguardato due convogli delle Ferrovie del Sud Est, società recentemente acquisita da Ferrovie dello Stato. Il bilancio dello scontro è di 10 contusi e 5 feriti, tra cui un macchinista. Una donna ha riportato le ferite più gravi: ha una lesione lacero-contusa alla fronte che è stata suturata. Poteva andare peggio. Uno dei due convogli era fermo al segnale di ingresso della stazione di Galugnano, mentre l’altro – spiegano da FSE – è partito in direzione Lecce non rispettando il segnale rosso.
“La mia vicinanza e il mio pensiero in questo momento va ai passeggeri ed al personale di bordo delle Ferrovie Sud-Est oggi di proprietà dello Stato e gestita dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiano, che hanno subito l’incidente e patito lesioni – ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ma dobbiamo registrare ancora una volta che le complesse vicende economiche, in questo caso di natura fallimentare e pre fallimentare, sono venute prima della sicurezza dei viaggiatori e del personale di bordo. In una normale situazione di dissesto aziendale può essere normale sospendere i pagamenti ad un fornitore, ma se quest’ultimo sta realizzando su una linea ferroviaria un lavoro di messa in sicurezza questa sospensione non può essere accettata ed a nulla vale in compenso il limite di velocità di 50 km orari imposto solo di recente dall’Agenzia nazionale per la Sicurezza ferroviaria. È assurdo – rimarca quindi il presidente della Puglia – che le Regioni italiane non abbiano alcun potere di vigilare ed eventualmente bloccare quelle linee ferroviarie che non risultino assolutamente sicure. Neanche la attribuzione all’ANSF della competenza sulla sicurezza delle linee ferroviarie regionali, ha risolto questo drammatico problema. Le Regioni purtroppo ancora non hanno per legge organi tecnici idonei alla vigilanza delle linee e poteri di sospensione dell’esercizio in tutti i casi di mancanza di adeguate garanzie di sicurezza. Accentrare questi poteri e queste facoltà solo in capo ad organi statali centrali – conclude Emiliano – crea un ingorgo di pratiche e di verifiche che non contribuisce adeguatamente alla massima sicurezza del trasporto ferroviario regionale nonostante che il danaro necessario agli adeguamenti sia quasi esclusivamente di provenienza regionale”. Emiliano rileva poi come “solo un miracolo oggi non ci ha consegnato un bilancio grave e inaccettabile come quello del 12 luglio dell’anno scorso”, quando sulla tratta Andria-Corsto morirono 23 persone in uno scontro frontale tra convogli della Ferrotramviaria. “Anche in quel caso – sottolinea il presidente – la Regione Puglia aveva totalmente finanziato lavori di messa in sicurezza che avrebbero potuto evitare un bilancio grave”.
“Lo scandalo delle Ferrovie Sud-Est i cui sviluppi giudiziari mi auguro possano accertare le responsabilità dei tanti che hanno spolpato una società della quale è stato azionista unico per decenni il Governo della Repubblica italiana, ha oggi contribuito oggettivamente alla mancata realizzazione, anche su quel tratto ferroviario, di sistemi di sicurezza per i quali la Regione Puglia aveva già messo a disposizione delle Ferrovie Sud-Est il denaro necessario. Su questa questione chiedo che la Procura della Repubblica di Lecce indaghi sino in fondo perché non possiamo accettare che il Salento in particolare e la Puglia in generale rimangano strette in una morsa nella quale le difficoltà della mobilità incidono non solo sullo sviluppo del territorio ma anche sulla sicurezza dei cittadini”, ha poii aggiunto in una nota il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo l’incidente ferroviario avvenuto nel pomeriggio sulla linea Lecce-Zollino delle Ferrovie del Sud Est.
Anche il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, a margine di un evento alla Sapienza a Roma, ha commentato l’incidente ferroviario avvenuto nel Salento “La messa in sicurezza – ha detto il ministro – richiede tempo”, su questo fronte “abbiamo però stanziato metà dei 250 milioni alla Puglia. Siccome sapevamo che la messa in sicurezza, dopo tanti anni di trascuratezza, non poteva essere immediata, allora abbiamo messo regole per diminuire la velocità e aumentare la sicurezza. In questo caso l’errore umano è stato meno drammatico di quello avuto l’anno scorso”.