“La richiesta ufficiale di colloquio non è ancora formalizzata alla Segreteria di Stato, ma io ricevo ogni capo di Stato che lo chiede”. Papa Francesco ha risposto con queste parole a una domanda sull’ormai probabile incontro con Trump in Vaticano in occasione del G7 di Taormina. Ma la domanda evocava anche l’accresciuta tensione tra gli Stati Uniti e la Nord Corea. “Questa guerra mondiale a pezzi di cui parlo da 2 anni, sembra – ha osservato Bergoglio – che verso la Nord Corea vada concentrandosi. E adesso sembra che la cosa si sia riscaldata troppo. Ma una guerra nucleare distruggerà una buona parte dell’umanità, la cultura anche. Non credo che l’umanità di oggi possa sopportarlo”. “Cosa dire allora a questi leader?”, è stato chiesto al Papa da un giornalista americano. “Li chiamo e li chiamerò – ha risposto Bergoglio – a un lavoro per risolvere i problemi sulla strada della democrazia. Ci sono paesi facilitatori come la Norvegia, che si è offerta. Nessuno può accusare la Norvegia di non essere neutrale, di essere una dittatura”. “E poi – ha concluso il Papa – l’Onu deve esercitare il suo ruolo, in questa situazione, come in Medio Oriente, anche in Africa e nello Yemen. Le Nazioni Unite hanno il dovere di riprendere il loro ruolo, la leadership dell’Onu si è annacquata”