Siccome con i voucher si riscontravano abusi, li abbiamo cancellati. Un metodo tutto italiano per risolvere le cose. E cosicchè quella che sembrava essere diventata una risorsa, ovvero una alternativa all’occupazione ed al sistema stagnante economico-imprenditoriale è stata spazzata via. Semplicemente perchè se ne faceva abuso. Ma abuso di che? Ci rendiamo conto che le persone non sanno come andare avanti, e di come le aziende attraverso i voucher hanno potuto tirare un sospiro di sollievo e iniziare a riprodurre qualcosa con questa forma di pagamento? Ebbene in Italia ciò che fa respirare viene eliminato. Gli abusi, invece quelli dei privilegi e di quella politica dell’insaputa prosegue indisturbata a tutto campo. Il divario sociale aumenta sempre di più in una Italia in cui non vi sono possibilità di rilancio o di prospettiva soprattutto per le nuove generazioni. Arrivano invece i contratti di prossimità, uno strumento che può essere utile, sia per regolamentare una forma contrattuale apposita che sostituisca i voucher ( come i mini jobs dei quali si sta parlando in questi giorni), sia per adattare una forma contrattuale già esistente, come il lavoro a chiamata. Ma procediamo per ordine e cerchiamo di capire in quali modi è possibile sostituire i voucher, con gli strumenti che esistono già. Innanzitutto dobbiamo chiarire che cosa sono i contratti di prossimità: si tratta di una particolare tipologia di contratto di secondo livello, sottoscritto a livello aziendale o territoriale, caratterizzato da una maggiore “forza”, in quanto è in grado di derogare (in senso migliorativo e peggiorativo) alla disciplina del contratto collettivo nazionale e della legge; è efficace ed applicabile a tutti i lavoratori interessati (c.d. efficacia “erga omnes”), se approvato nel rispetto del criterio maggioritario. Il contratto di prossimità deve comunque rispettare i limiti stabiliti dalle norme della Costituzione e i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro. Gli accordi possono essere sottoscritti da singoli datori di lavoro o da associazioni di datori di lavoro rappresentative a livello territoriale. I lavoratori possono essere rappresentati: dalle associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale o territoriale; dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda. I contratti di prossimità possono servire a regolamentare le forme contrattuali atipiche: contratti a termine, contratti a orario ridotto, modulato o flessibile; inoltre, possono regolamentare le modalità di assunzione e la disciplina del rapporto di lavoro. In base a quanto esposto, nel caso del vuoto normativo lasciato dai voucher. Vedremo come andrà a finire.