“Ieri è stata una giornata dominata dalla decisione, frutto di una libera e democratica scelta del popolo britannico, di avviare il percorso uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Non è una decisione che italiani e europei hanno accolto con gioia, tutt’altro, è stata accettata come una decisione legittima e democratica, ma accettata con rammarico”. Lo ha detto il presidente del consiglio Paolo Gentiloni intervenendo alla consegna della nave Majestic Princess nei cantieri navali di Fincantieri.
Un tema quello della Brexit che è riecheggiato anche nella sede della Conferenza delle Regioni che ha fatto il 30 marzo un punto sullo stato d’attuazione dei lavori sul futuro della politica regionale e di coesione, in vista della prossima programmazione. “Il lavoro tecnico e’ arrivato ad un buon punto. Ma certamente c’e’ una preoccupazione per la Brexit e per quello che stanno facendo gli Stati nord europei che chiedono una riduzione dei fondi per la coesione”, spiega Antonio Bartolini, assessore dell’Umbria (Regione che ha il coordinamento della Commissione affari europei e intrenazionali per la Conferenza delle Regioni).
Bartolini ha poi preannunciato che il 4 maggio il presidente del Comitato delle Regioni, Markku Markkula, incontrera’ le Regioni e porterà la loro posizione in Europa.
Sulla Brexi si sono espressi i presidenti Toti, Rossi e Kompatscher. il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a margine della presentazione del candidato sindaco del centrodestra a Genova. ha detto di augurarrsi che la “Brexit dia la sveglia all’Europa. La Ue deve smettere di essere la bella addormentata nel bosco e cambiare con istituzioni che siano gradite ai cittadini”.
Penso che la Brexit non sia un vantaggio, la Gran Bretagna da’ all’Europa piu’ di quanto prende, chi garantira’ la cifra che manca?” a sostenerlo è il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ospite di Sky Tg24. “Sembra che entrino in questione anche i finanziamenti gia’ stanziati. Mi pare che sia un gioco a perdere per tutti, l’Unione Europea perde anche un pilastro della sua politica, della sua cultura”, ha aggiunto.
La Provincia autonoma di Bolzano in collaborazione con l’Università di Innsbruck hanno promosso un convegno a Palazzo Widman dedicato al tema “Integrazione o disintegrazione. Nuove sfide per le Regioni in Europa”. “Ci troviamo a parlare di una questione così grande e importante – ha detto il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, durante i saluti iniziali – ad un giorno dall’invio della lettera per la Brexit e in un momento molto delicato in cui assistiamo alla crescita dei nazionalismi in tutta Europa”. Perché una piccola Provincia si occupa di un tema del genere, si è chiesto, retoricamente, il governatore, ricordando anche che il “prologo” del convegno si svolse a Castel Presule nel 2014 alla presenza dell’allora presidente del consiglio, Matteo Renzi, e del cancelliere austriaco, Werner Faymann. “Perché noi siamo parte dell’Europa – ha risposto Kompatscher – e dobbiamo far sentire la nostra voce. Il progetto europeo, ne sono convinto, andrà avanti solo se sarà percepito e vissuto in modo convinto dal basso”. A livello istituzionale questo si traduce in un maggiore coinvolgimento delle realtà regionali, e a questo proposito la regione transfrontaliera Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino può essere presa ad esempio anche per come sta affrontando la questione dei migranti. “L’Europa ha bisogno delle Regioni, e le Regioni hanno bisogno dell’Europa”, ha concluso il presidente Kompatscher.
Chi comunque è portato a dare una lettura positiva della Brexit è il Presidente della Lombardia, Roberto Maroni: “Si puo’ avere il giudizio che si vuole sulla Brexit, ma ci sono opportunita’ da cogliere subito, come quella di spostare in una capitale europea diversa da Londra le importanti agenzie li’ presenti”. Il Presidente della Regione Lombardia ha quindi spiegato di aver “candidato Milano come nuova sede dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco” (cfr. anche dichirazione di Garavaglia). “Dobbiamo essere pronti per la prima meta’ del 2018. Serve una sede nuova e siamo in grado di costruirla. Per realizzarla ci vogliono 3 anni; nel frattempo mettiamo a disposizione il “Pirellone”, ha poi concluso Maroni.