Lasciamele tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una, che ci ho messo una vita a farmele!
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
Quella notte, non era una notte qualunque, Anna Magnani rideva mentre chiudeva il portone davanti alla macchina da presa a Federico Fellini nel film “Roma”. Con quel cameo si concludeva la sua lunga e brillante carriera cinematografica. Era il 1972. Un anno dopo, il 26 settembre, Anna Magnani muore a Roma assistita dal figlio Luca e dal regista Roberto Rossellini.
Oggi era il suo compleanno, avrebbe compiuto 109 anni, lei che era l’anti-diva per eccellenza
La Magnani fu una delle maggiori interpreti della storia del cinema italiano, che rappresentava appieno la romanità di Alberto Sordi e Aldo Fabrizi, con le sue flessioni dialettali e le gesta popolari.
Tutti noi la ricordiamo nel film “Roma città aperta”, diretto da Roberto Rossellini, nella famosa sequenza in cui Anna corre disperata prima di essere uccisa. Nelle vesti di una prostituta in “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini. Oppure, come madre che sogna una carriera artistica della figlia Maria, lungometraggio in bianco e nero di Luchino Visconti. La consacrazione internazionale arriva con la pellicola “La rosa tatuata” di Daniel Mann, in cui interpreta una vedova devota che le valse il premio Oscar come migliore attrice protagonista. Era il 21 marzo del 1956.
“L’amore”, un lungo monologo al telefono di una donna abbandonata dal compagno. Finzione e realtà. Sua ultima interpretazione diretta da Rossellini, suo compagno di lavoro e nelle vita. La pellicola segnerà la rottura di una lunga e tormentata relazione d’amore con il regista. Rossellini sceglierà l’attrice svedese Ingrid Bergaman, come madre dei suoi figli.
“Anna verrà/e sarà un giorno di sole/e allora sì ti cercherei/forse per sognare ancora”.
Canzone scritta e cantata da Pino Daniele per ricordare una grande donna, con l’augurio di rivederla ancora tra i veicoli di Roma con la sua romanità. Ciao Nannarella.