“L’informazione su internet risponda alle stesse norme editoriali della comunicazione stampata o televisiva per evitare il diffondersi di notizie false che, nel mondo di internet, riescono pericolosamente a risultare credibili. Un danno per i fruitori, che rischiano di essere manipolati, ma anche per i giornalisti, che spesso vedono la loro professionalità messa a repentaglio”. Con questo obiettivo la senatrice del gruppo Ala-Sc, Adele Gambaro, vicepresidente dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, presenterà il 25 gennaio alla Plenaria dell’organizzazione internazionale di Strasbrugo il rapporto “Media online e giornalismo: sfide e responsabilità'”, già approvato all’unanimità in commissione Cultura dai 47 Paesi del Coe.
“Si tratta di una battaglia di civiltà – spiega la senatrice alla vigilia della sessione invernale dell’Apce – che sono sicura il Consiglio sentirà di appoggiare. Internet è uno strumento meraviglioso, che ha accorciato se non annullato le distanze, ma per l’informazione è un’arma a doppio taglio. Da un lato, infatti, i media online hanno permesso all’opinione pubblica mondiale di venire a conoscenza delle sofferenze umane che si verificano in luoghi lontani e ai quali i mezzi d’informazione tradizionali prestano scarsa attenzione. Dall’altro, però, su internet c’è una libertà che nulla ha a che fare con la sacrosanta libertà di parola, ma diventa solo sinonimo di totale mancanza di controllo laddove controllo vuol dire corretta informazione a tutela degli utenti. E’ infatti sotto gli occhi di tutti il danno che può comportare la diffusione di una notizia sbagliata e distorta”.
Ed è così, conclude la senatrice Gambaro, “che il giornalismo tradizionale si ritrova in declino e i media online, non conformi agli standard professionali, in crescita esponenziale. Evidenti i rischi per la qualità dell’informazione. C’è un motivo per cui la stampa è regolata da leggi e carte deontologiche ed è la tutela dei giornalisti, ma anche dei fruitori di notizie. Si tratta quindi di un dibattito fondamentale che non può escludere le Federazioni della stampa europee e tutti i fornitori di servizi online, legati alla diffusione dell’informazione, che hanno l’obbligo di cooperare nella lotta contro i contenuti illegali e distorti, spesso diffusi sul web”.