Roma – Il terremoto ha devastato interi Paesi radendoli al suolo, di migliaia di edifici no resta pietra su pietra e molti altri, anche se sembrano integri sono strutturalmente pregiudicati e quindi andranno demoliti. Cittadini e amministrazioni vogliono ricostruire tutto, ma come? Farlo con le stesse tecniche e materiali sarebbe una follia, ecco dunque che dopo il sisma del 24 agosto è nato il Cnre, il Comitato Nazionale Ricostruzione Ecologica, che attraverso il proprio presidente, Claudio Del Medico Fasano, esperto di tecnologie antisismiche evolute, spiega che è necessario “Rottamare o demolire le costruzioni non rispondenti ai requisiti minimi di sicurezza e rispetto ambientale imposti dalla Unione Europea e dalle regole del ‘costruire bene’, costruite negli anni 40/50, qualora fossero ritenute insicure, insalubri, invase dal gas Radon e termo-acusticamente inefficienti, premiando fiscalmente e contributivamente i cittadini virtuosi che costruiscano esclusivamente con materiali ecologici antisismici provenienti dalla natura, legno, lana di roccia, gesso massellato, acciaio armonico, riciclabili e riutilizzabili alla fine del ciclo di vita”. Il Cnre, spiega Fasano, raccoglie cittadini terremotati che chiedono di rimanere nei loro luoghi di vita ricostruendo con tecnologia diversa dal cemento armato o i mattoni industrializzati. Il Cnre chiede di concedere particolari agevolazioni fiscali (riduzione dell’aliquota Iva) agli Enti, ai costruttori o investitori immobiliari “edificanti le costruzioni indicate dal CCIE (Consorzio Casa Italia Ecologica) brevettate antisismiche/ anti Radon, più un contributo sociale a favore delle categorie di cittadini meno abbienti, costrette a utilizzare appartamenti in affitto, che accettino il trasferimento in alloggi costruiti dal CCIE”. Il Comitato chiede, infine, che venga effettuato il monitoraggio delle strutture degli edifici con valutazione della resistenza al terremoto con relativo grado di sicurezza.