“Credo che si possa fare un buon lavoro e chiudere a breve”. Così il coordinatore della commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni, Massimo Garavaglia, al termine della Conferenza Unificata del 10 novembre che ha esaminato il progetto di riforma dei giochi. La proposta del Governo, spiega Gravaglia, “viene incontro in qualche modo alle nostre posizioni, tra l’altro sottolineando che la riduzione del numero delle macchinette attive è effettiva”.
Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, conferma che la prossima settimana si può trovare un’intesa in Conferenza Unificata, quindi con Regioni e Comuni, “sul tema del riordino dei giochi, intanto ho proposto di anticipare la riduzione del 33% di macchinette dai tabaccai al 31 dicembre 2017”.
“I problemi ancora aperti – aggiunge Baretta – riguardano ad esempio l’omogeneità della presenza degli apparecchi sul territorio nazionale. In questo senso, una soluzione come quella del principio della distanza applicata senza un criterio certo può creare uno spostamento dal centro alle periferie, con la possibile nascita di quartieri a luci rosse del gioco”.
Resta ancora aperto invece, sottolinea Garavaglia, “il tema di come conciliare norme più restrittive di alcune regioni, come ad esempio la Lombardia, con quelle nazionali”. Garavaglia ha ribadito di essere “favorevole a un’ulteriore riduzione del numero delle macchinette nei ‘corner’ di categoria B, fino alla loro dismissione completa”.
“Nel documento – evidenzia Garavaglia rispetto alla proposta presentata dal Governo – ci sono passi avanti che danno risposte ad alcune nostre osservazioni. Si chiarisce che la riduzione degli apparecchi è effettiva e non è una sostituzione di macchine vecchie e nuove. C’è un oggettivo avanzamento delle sale di classe A rispetto ai requisiti che devono avere che definirebbero uno standard minimo”.
Quindi Garabaglia ribadisce che sono da “approfondire” alcuni punti, come le norme regionali più restrittive di quelle nazionali. L’altro tema è la distribuzione delle sale di classe A: “sono 10mila e noi vorremmo una distribuzione omogenea sul territorio”.