“Il disegno di legge di bilancio include misure volte a rendere più flessibile l’uscita dal mercato del lavoro e a sostenere il reddito dei pensionati e delle famiglie con figli. Nel complesso queste misure determinano un aumento della spesa di circa 2,4 miliardi nel 2017 e di circa 3,4 miliardi in media all’anno nel successivo biennio”.
Il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, in audizione sulla manovra economica del Governo davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha sostenuto che la manovra per il 2017 “ha una intonazione espansiva” e contiene “diversi interventi apprezzabili, in quanto rivolti ad affrontare temi chiave per il Paese”, dall’accumulazione di capitale produttivo al contrasto dell’evasione fiscale alla prevenzione del rischio sismico. La previsione di una crescita Pil dell’1% è sì superiore alle stime, ma non irraggiungibile. Anche la Banca d’Italia, oltre l’Istat, vede l’economia in moderata espansione.
Quanto ai tagli alla spesa pubblica si attesta a “quasi un miliardo nel 2017 e oltre 1,5 miliardi nel 2018″ tra tagli ai ministeri per “circa 0,7 miliardi l’anno e minori stanziamenti per il servizio sanitario nazionale per circa un miliardo nel 2018”.
Per quanto riguarda le Regioni, “dal 2017 – spiega Signorini – verrà definitivamente superato il Patto di stabilità interno per gli enti territoriali ed entreranno in vigore le regole di bilancio previste dalla legge n. 243 del 2012, che ha dato attuazione alla riforma costituzionale sul pareggio di bilancio. Regioni ed enti locali dovranno garantire un saldo non negativo tra entrate e spese finali di competenza. Al fine di consentire maggiori spese per investimenti, il disegno di legge introduce misure di flessibilità nel computo del suddetto saldo, anche mediante meccanismi di compensazione a livello nazionale tra enti che presentano un surplus di bilancio ed enti in disavanzo (cosiddetto patto di solidarietà nazionale)”.
Signorini aggiunge che “le misure con effetti temporanei rappresentano circa i due terzi del maggior gettito atteso nel 2017 e circa un terzo nel 2018”.
Signorini in audizione alla Camera sulla manovra ricorda che “rispetto alle stime di inteventi di altra natura, la valutazione del gettito derivate dal contrasto all’evasione ha un grado di incertezza superiore”.
“Un decimo delle coperture per il prossimo biennio”, evidenzia Signorini, “deriverebbe da misure di riduzione della spesa”. Il complesso delle misure “produrrà maggiori entrate per 6,4 miliardi nel 2017, 5,9 nel 2018 e 4,3 nel 2019” con un progressivo aumento della quota strutturale degli interventi che rappresentano “più della metà delle maggiori entrate per il biennio 2017-18 e oltre il 40% per il 2019”.
Signorini evidenzia anche che “l’Italia è l’unico paese dell’area dell’euro, oltre alla Grecia, a non prevedere uno strumento assistenziale universale di contrasto alla povertà, ma solo interventi limitati ad alcune categorie e ad alcune regioni”.
Signorini rileva come alcune misure contenute nella manovra abbiano “una natura ibrida, in parte assistenziale in parte previdenziale”. Secondo il vicedirettore della Banca d’Italia “per quanto ne siano apprezzabili le finalità, ne andrebbe meglio chiarita, in prospettiva, la relazione con altre forme di sostegno a situazioni di disagio o di bisogno e il modo in cui si inquadrano nel sistema definito dalle riforme pensionistiche”.
“Positiva – aggiunge Signorini – è anche la previsione di un aumento degli investimenti pubblici; concentrare le risorse su specifiche priorità infrastrutturali già individuate potrà rafforzarne l’impatto”.
Infine gli interventi per la messa in sicurezza antisismica “sono necessari da tempo e da attuare con la massima rapidità”, a cui è dedicata “una quota rilevante della spesa addizionale per investimenti” della legge di Bilancio, quindi Signorini osserva che “l’esperienza internazionale suggerisce che meccanismi assicurativi, opportunamente disegnati, potrebbero potenziare l’efficacia degli interventi fiscali”.