Rapida “marcia indietro” di Londra sui moduli discriminatori verso gli studenti italiani in Gran Bretagna. Scuse del Foreign Office, ristampa del questionario da parte del ministero dell’Istruzione: ‘Un errore amministrativo’, la spiegazione.
“Tra le distorsioni del nostro tempo, l’onda lunga della Brexit declina un’Italia divisa da steccati culturali: degenerazione inaccettabile”, ha scritto su Twitter il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, commentando il questionario nelle scuole inglesi e del Galles in cui si chiedeva agli studenti di specificare se si fosse italiani, siciliani o napoletani.
Anche il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, parlando delle polemiche divampate dopo la decisione di alcune scuole britanniche di distinguere nei moduli di iscrizione la provenienza etnica degli italiani, tra ‘italiani’, ‘italiani-siciliani’ e ‘italiani-napoletani’ ha detto di trovare “veramente offensivo il giudizio espresso da alcune istituzioni scolastiche locali inglesi nei confronti dei siciliani, ma anche dei napoletani. Tra l’altro, quando gli inglesi vengono in Sicilia – spiega Crocetta, a Bruxelles -e ne ho incontrati tanti, scoprono non soltanto la bellezza della Sicilia, ma la cortesia e il senso di ospitalità del popolo siciliano. Rimangono totalmente rapiti dalla bellezza della Sicilia. Trovo davvero allarmante che delle istituzioni pubbliche incrementino pregiudizi xenofobi”. E avverte: “Se dovessero continuare azioni di questo tipo, non escludo possibili azioni legali internazionali della Regione siciliana, per la difesa dei nostro corregionali, e per infliggere sanzioni nei confronti di coloro che violano il diritto internazionale”.
“Il popolo siciliano ha una grande storia, una grande cultura, e forse sarebbe il caso di raccomandare a coloro che hanno concepito tali iniziative – ha aggiunto Crocetta – di consigliare letture di storia della Sicilia, iniziando a leggere magari un loro connazionale, come Denis Mack Smith, che ha scritto pagine memorabili sulla nostra regione, tali da fare comprendere la complessità e la profondità di una grande cultura”.