Bologna – Uno sciopero a difesa della professionalità e della dignità e prestigio del lavoro svolto. Questo in sostanza è il leit motiv che ha caratterizzato le azioni di protesta attuate nelle principali città italiane (Roma, Bologna, Milano) dai dipendenti del Cineca, consorzio interuniversitario, senza finalità di lucro, composto da 70 università italiane, 5 enti di ricerca nazionale ed il Miur. A scaturire le energiche reazioni è stata la decisione intrapresa dalla direzione nazionale Cineca di eliminare il contratto integrativo nel rapporto di lavoro, che viene ora relegato ad un semplice contratto di base. Ma la sorpresa maggiore è stata per i sindacati, che si sono visti recapitare il provvedimento stabilito in una insolita modalità unilaterale, e quindi priva di ogni forma di contrattazione e dibattito. Il Cineca è un punto di riferimento unico in Italia per l’innovazione tecnologica, con sedi a Bologna, Milano e Roma e oltre 700 dipendenti, ed opera al servizio di tutto il sistema accademico, dell’istruzione e della ricerca nazionale. Il ruolo ed i compiti sono dunque di alto livello professionale e costituiscono anche una nota di prestigio per l’apporto che viene dato quotidianamente con la competenza e da dedizione del personale. “Questo atto unilaterale – sostengono i sindacati – disegna la chiara volontà di cancellare la storia di una forza lavoro altamente qualificata e punto di eccellenza nel panorama informatico italiano, in una formula di eccessiva cautela rispetto a interpretazioni normative su cui gli organi competenti devono ancora esprimersi”. Le sigle di categoria nazionali e territoriali stigmatizzano il comportamento della direzione generale di Cineca, respingendo sia il metodo che il merito della comunicazione. Peraltro il sindacato aveva anticipato al consorzio la volontà di presentare una propria piattaforma, frutto del confronto con i lavoratori, e rispondente alle loro esigenze e professionalità dimostrando nei fatti la reale volontà di negoziazione. Con l’azione attuata nella mattinata odierna nelle varie città italiane, dipendenti e oo.ss. hanno chiesto a gran voce il ritiro della disdetta del contratto integrativo e l’apertura immediata di un tavolo negoziale che garantisca la continuità dell’applicazione della contrattazione integrativa. A questo scopo è stato proclamato lo sciopero nazionale per domani 5 ottobre con esclusione dei lavoratori impegnati nei servizi pubblici essenziali. La decisione di fatto porta ad incrementare le ore di lavoro (quattro in piu’ settimanali) e con la perdita di norme che regolano le missioni ed altri aspetti lavorativi, con lo stesso stipendio. Ma oltre all’aspetto pratico, che di fatto è un colpo di spugna a diritti acquisiti, quello che ha fatto indignare è l’unilateralità della decisione e la mancanza di sensibilità per il tipo di lavoro prezioso che svolge il Consorzio. Inoltre il contratto base uniforma l’azione del Cineca ad un comune contratto di base commerciale, che risulta non essere idoneo al livello ed alla tipologia degli obiettivi e delle modalità lavorative. I rapporti sono istituzionali, e di alto profilo, ed inoltre secondo quanto esposto dai dipendenti, il bilancio del Cineca non sarebbe certo in rosso o in condizioni tali da giustificare una decisione del genere. Oggi il Cineca è trait d’union ad alto contenuto tecnologico tra la realtà accademica, la ricerca e il mondo dell’industria e della pubblica amministrazione. Costituito nel 1969 (come Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell’Italia Nord Orientale), oggi il Cineca è il maggiore centro di calcolo in Italia, uno dei più importanti a livello mondiale. Operando sotto il controllo del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, offre supporto alle attività della comunità scientifica tramite ilsupercalcolo e le sue applicazioni, realizza sistemi gestionali per le amministrazioni universitarie e il MIUR, progetta e sviluppa sistemi informativi per pubblica amministrazione, sanità e imprese. Proprio per questi motivi non vi sono certo le condizioni per la disdetta adottata. Seguiremo la vicenda, vedremo ora quali saranno gli effetti dello sciopero e non è escluso che anche le università e gli enti consorziati a breve dicano la loro.