“Io avrei abolito il Senato e semmai avrei elevato al rango di Organo Costituzionale la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, composta da Governatori eletti dal popolo e quindi pienamente legittimati e non, come potrebbe accadere, da Senatori nominati dai partiti”. Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervenendo sul tema “Regioni e Ragioni, Riforma Costituzionale e Nuovo Rapporto Stato-Regioni”.
“Dicono che in Senato siederanno i Governatori delle Regioni – aggiunge Zaia – ma qualcuno si è mai chiesto quanto tempo io dovrei sottrarre al lavoro per i cittadini veneti, o quanto reale impegno potrebbero profondere amministratori già impegnati giorno e notte per i loro territori? Non funziona, non funzionerà, così come è accaduto con le Province, che non sono state chiuse e verranno ribattezzate aree vaste, con i costi che rimangono e che non si sa su chi ricadranno”.
“Siamo di fronte a due filosofie contrapposte – spiega Zaia, – una visione centralista secondo la quale tutto ciò che viene fatto lontano da Roma è fatto male, e quella che ho sempre fatto mia di uno Stato moderno e federalista che porta i momenti decisionali vicino alla gente. La Costituzione Italiana nacque nello stesso periodo di quella tedesca. I nostri Padri costituenti erano chiaramente federalisti, ma è avvenuto il contrario. In Germania è nato uno Stato forte perché concretamente federale, da noi è successo l’inverso”.
“Ci devono anche spiegare – afferma Zaia, che cita anche il fondo di Ugo De Siervo (presidente emerito della Corte Costituzionale) sul quotidiano “la Stampa” – il motivo per il quale questa riforma sancisce che le Regioni a Statuto Speciale non vengano nemmeno sfiorate nelle loro competenze”.