Editoriale – La posizione del Sindaco della capitale d’Italia è stata netta, un classico “no e basta” ed un incontro lasciato evaporare da solo per consunzione temporale. Questo è quanto accaduto ieri, il Presidente del Coni in anticamera, il primo cittadino legittimamente a pranzo, il diniego e l’apprezzamento del Re in forma innovativa. Si parla di una “candidatura” ad accogliere le Olimpiadi del 2024, e forse a spaventare sono le condizioni ottimali che in questo momento strategico la capitale romana poteva offrire nel contesto dello sport internazionale mondiale. E’ normale riflettere e valutare sia sulle conseguenze positive di una determinata scelta, come su quelle negative per poi interloquire tramite una mediazione, tramite il confronto che nelle istituzioni italiane e repubblicane dovrebbe essere comunque alla base dei rapporti. Qui non stanno parlando un presidente di quartiere con il mister della associazione sportiva, ma del Sindaco di Roma e del Presidente del Coni. Eppure la più assoluta intransigenza innovativa non lascia spazio alle mediazioni vecchia maniera. E’ no e basta, come si dice ad un bimbo quando vuole l’ennesima caramella. E il fatto apre una serie di considerazioni che coinvolgono imprenditori, attività commerciali, mass media e comparti produttivi, ma anche il mondo della politica tradizionale a cui sembra essere indirizzato lo schiaffo penstastellato. In realtà la perdita di opportunità è uno schiaffo a chi ne può beneficiare, ossia il popolo. Le ricadute di un evento come le Olimpiadi sono posti di lavoro, visibilità, notorietà, crescita. Certo con qualche pianificazione opportuna da fare. Ma per evitare che su questo argomento ci siano approfittatori è meglio non farlo, meglio dire no. E così sia. Ma le istituzioni sono di tutti, quando si è eletti si rappresenta tutto il popolo e non solo una parte che è più congeniale. Il Sindaco indossa la fascia tricolore e non quella penstastellata o del Pd o del Pdl. Dovremmo riflettere sul senso delle istituzioni che sta naufragando, sotto gli occhi di uno Stato che ob torto collo subisce le conseguenze della democrazia apparente che vige in una forma innovativa tutta italiana. Ai posteri le ardue sentenze