Napoli – “Una situazione di disastro nella regione Campania”. Così la Confederazione Italiana dei Medici della Ospedalità Privata della Regione Campania che dichiara lo stato di agitazione della categoria e chiede al presidente della Giunta Regionale la convocazione di un tavolo permanente di crisi tra sindacati, associazioni datoriali e Regione. “La motivazione – si legge nella nota stampa inviataci – si ritrova nella pubblicazione del DCA.89 del 08/08/2016 e della volontà delle Case di Cura di non sottoscrivere i decreti commissariali, come annunciato dal segretario regionale della Cimop Campania, Pietro Ottomano, che ha indirizzato una missiva al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Politica e gestione della sanità accreditata – osserva Ottomano – vengono condotte senza alcun riguardo alla soddisfazione della richiesta ed alla salvaguardia del posto di lavoro. Ci uniamo quindi alle altre sigle sindacali nel dichiarare lo stato di agitazione della categoria. Queste tematiche, se non affrontate con urgenza, comporteranno ulteriori gravi conseguenze occupazionali”.
Secondo Ottomano tutti i lavoratori del Settore Ospedaliero Privato Accreditato sono portatori sani della cosiddetta “sofferenza del bilancio aziendale”, che ha come appendice la volontà delle case di cura di non sottoscrivere i decreti commissariali, sia per la parte normativa che per la parte economico finanziaria. Per cui dal prossimo 1 ottobre la mancata sottoscrizione dei contratti di struttura comporterà la cessazione della remunerazione delle prestazioni sanitarie e con la sospensione provvisoria del rapporto di accreditamento fino alla rimozione della condizione sospensiva.
Un doppio danno che secondo la Cimop è figlio di una gestione della sanità accreditata effettuata senza alcun riguardo alla soddisfazione della richiesta ed alla salvaguardia del posto di lavoro. E’la ragione per cui i medici aderenti all’Ospedalità Privata accreditata aderiranno allo stato di agitazione della categoria.”